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Quando il lettore di portfolio è poco preparato? Sottoporre le foto inutilmente.

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A seguito di una richiesta specifica fatta da un mio lettore del blog, tenterò di essere più precisa su cosa credo debba essere una lettura portfolio.

Una prima indicazione che vi do è che se il lettore non riesce a chiarirvi le idee su quanto segue, alzatevi e salutate.

Ho assistito a letture portfolio di diversi “professionisti del settore”, spesso mi sono fatta domande sull’utilità di una lettura fatta in maniera approssimativa, che non desse indicazioni o che si basasse sul “mi piace” “non mi piace”.

A chi si presenta a lettura, non importa solo che al lettore piaccia o meno il lavoro, bensì vorrebbe qualche indicazione, consiglio o possibilità di lavoro.

Per questo motivo:

Prima di partecipare, informatevi sul profilo professionale dell’esperto. Scegliete in base all’intento per il quale avete prodotto il vostro portfolio: editare un libro, ottenere un parere, preparare un’esposizione, essere pubblicati su un giornale, preparare la partecipazione a un premio. Il proprio lavoro può essere sottoposto agli esperti per tre motivazioni principali:

• Si ha la necessità di migliorare il proprio portfolio. In questo caso il critico dovrebbe suggerirvi come potete migliorare la vostra produzione. Cosa togliere, aggiungere e cambiare affinché la comunicazione delle vostre immagini risulti più chiara al fruitore finale.

• Si ha la necessità di trovare una collocazione per il proprio lavoro. Si sceglieranno galleristi e operatori nei musei, nel caso l’intento sia espositivo, photoeditor di giornali o agenzie, se il proposito è quello legato alla possibilità di cominciare collaborazioni lavorative.

• Si ha la necessità di un confronto. In questo caso si preferiranno colleghi fotografi.

In ognuno dei casi dovreste ricevere informazioni precise e pareri pratici per perfezionare il portfolio e per giungere all’obiettivo prefisso. Ogni critica dovrebbe essere costruttiva e aiutarvi a crescere dal punto di vista fotografico. È probabile che questi incontri non cambino repentinamente la vostra situazione come fotografo, ma vi saranno sicuramente utili per prendere contatti e sviluppare la vostra tecnica.

Purtroppo mi è capitato di ritenere che non stesse avvenendo un confronto con il lettore, piuttosto una costatazione di incontro di gusti o meno. Così NON SERVE.

Spesso mi giudicano troppo severa nelle letture. Io non mi diverto a dare un parere costruttivo (dal mio punto di vista) è il mio mestiere. Devo farlo. Al fotografo di turno, non dovrebbe importare che a me, il lavoro, piaccia o meno. Quindi il sentirsi dire “bravo” che utilità ha, se effettivamente il lavoro è mediocre, l’editing non funziona, il messaggio non arriva ecc.ecc. Se cercate esclusivamente plauso, non è a lettura che dovete andare… fate vedere le foto agli amici e vi diranno che sono fantastiche!

Al contrario, ci sono lettori poco preparati (magari lo sono stata anche io in qualche occasione ed è per questo che continuo a studiare, tentare di capire e mi metto in gioco sia fotograficamente, che come lettrice)…senza termini di paragone fotografici, incollati come cozze ad un genere solo, dal quale non si scappa’, incapaci di dire una parola in più. Addirittura quasi preoccupati di doverla dire.

In questi casi la lettura è nulla, una perdita di tempo. Quindi la responsabilità è equamente suddivisa. Ci vuole tempo per imparare a parlare con la fotografia…non dovete temere il giudizio e fidarvi di chi AVETE SCELTO per farvi una lettura.

Bisogna farsi il culo per studiare, capire, macinare stili e trovare sempre una cosa utile da dire a chi porta le foto…non tutti sono disposti a farselo!

Da tutte e due le parti ci possono essere pirla equamente distribuiti.

Buona giornata Sara

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