Un nuovo autore Mu.Sa: Yarin Trotta del Vecchio

Ciao,

oggi vi proponiamo questo giovane  autore che ci ha inviato un poetico reportage dal titolo di Bred love – L’amore allevato.

A noi è piaciuto molto.

Voi che ne dite?

 

BRED LOVE – L’amore allevato – Yarin Trotta Del Vecchio

Il profondo legame dell’essere umano con la sua terra natìa lo ha accompagnato costantemente durante la sua esistenza.
Cinzia Angiolini è figlia della valle di Zeri, terra di confine italiana in alta toscana. Tra queste montagne Cinzia conduce una personale battaglia per la rivalutazione del territorio attraverso l’allevamento della pecora zerasca, razza ovina autoctona in via di estinzione.
A causa di un’idea d’ allevamento improntata su un rapporto d’amore materno denigrata dai pastori di zona, Cinzia è sola contro il poco appoggio delle amministrazioni locali.La passione e la resistenza di questa donna ci fanno capire quanto la difesa delle nostre radici sia la rivendicazione della nostra identità.

Bio
Sono nato a Roma nel 1991 ed ho cominciato a dedicarmi alla fotografia di Reportage dal 2013, partecipando a diversi workshop tenuti da fotografi italiani.
Nel Novembre 2017 ho concluso un master in Reportage della durata di un anno presso il
collettivo fotografico romano WSP.
Lavoro principalmente su progetti a lungo termine, concentrandomi spesso su tematiche sociali.

12 pensieri su “Un nuovo autore Mu.Sa: Yarin Trotta del Vecchio

    • Se articoli, posso rispondere, se pensi di essere simpatico, non succede. Se sei davvero bravo come fotografo, puoi dire una cosa del genere, ma sempre argomentando. Aspetto di vedere i tuoi lavori. Ciao

      • Trovo che la mia risposta sia in linea con la tua domanda. Se tu non argomenti e mi dici “mi piacciono queste foto, a te?” io rispondo “a me no”. Tu avrai da obiettare che questa non è una lettura portfolio e va bene ma tra il lapidario mi piace (beccatevi ‘ste foto) e la lettura portfolio ci sono infinite vie di mezzo. Bisogna essere necessariamente bravi fotografi per guardare foto e dire “non mi piaccino”? Cosa vuol dire poi essere bravi fotografi?
        Questa è casa tua e la domanda “perché vieni a rompere le palle?” sarebbe lecita. Nel caso te lo chiedessi la risposta è: secondo me mostrare a qualcuno un lavoro dove si è speso tempo, energie, talento etc è in qualche modo un atto di fiducia e rispetto verso quella persona. Pensare che qualcuno ti abbia mandato questo lavoro e tu l’abbia pubblicato senza spendere più di due parole a me fa un po’ male. Il messaggio che leggo io è “non ho tempo, ho di meglio da fare”. Probabilmente chi ti manda foto si aspetta esattamente questo e il mio malessere è mal riposto. E lo so che fai sempre così ma a ‘sto giro ho voluto commentare.
        La simpatia sta nell’occhio di chi la guarda. Per esempio il tono di sfida “aspetto di vedere i tuoi lavori” a me fa molto sorridere 🙂 Ciao

      • Matteo, ci sono centinaia di portfolio submission nel mondo, nessuno fa lettura portfolio. Se il portfolio viene pubblicato, significa già che la lettura da parte mia è stata positiva. Puoi sorridere quanto vuoi, ma io non mi sento obbligata a dare spiegazioni, essendo il mio blog, come molti altri, sul perché mostro un lavoro. Le condizioni sono chiare tra me e chi partecipa. Mentre tu intervieni, con un commento negativo e non spieghi e nemmeno ti fai identificare, mostrandoci il tuo lavoro. Puoi ancora sorridere, ma a me fanno sorridere i commenti senza funzione. Come il tuo. Mentre la funzione di qualsiasi portfolio submission, è la possibilità di fare vedere il proprio lavoro, cosa alla quale ho assolto, promuovendo. Ciao

    • Buona sera Matteo. Mi dispiace che le foto del mio progetto non ti siano piaciute. Spero, tuttavia, che il lavoro sia servito lo stesso a lasciarti qualcosa . La ragione per la quale mi dedico principalmente a progetti a lungo termine, infatti, è la possibilità di andare il più in profondità possibile in una storia per capire, elaborare e poi raccontare. Tra le varie attività, questo blog fornisce spazio agli autori per dare visibilità ai propri progetti e quindi comunicare. Troverai sicuramente su questo sito nomi di fotografi molto più bravi di me che rispecchieranno i tuoi gusti e quindi anche tu trarrai giovamento da questa funzione del blog. Il mio obiettivo non era quello di ricevere un parere da Sara, per quanto io la stimi, ma poter dare visibilità alla storia di Cinzia in modo da poter raggiungere un pubblico più variegato possibile. Lo staff di Mu.sa. è stato molto disponibile ed ha dedicato diverso tempo al mio progetto. Grazie comunque per il tempo che hai riservato al mio lavoro. Buona serata.

    • Per avere una discussione, non si può partire con una frase senza soggetto e senza intenzioni comunicative. Mi dispiace anche che l’autore sia dovuto intervenire. Mi scuso con lui. Buona serata

  1. Buona sera Matteo, mi dispiace che le foto del mio progetto non ti siano piaciute. Spero, tuttavia, che la storia di Cinzia ti abbia lasciato qualcosa. Il motivo per il quale lavoro a progetti fotografici a lungo termine, infatti, è quello di poter entrare in una storia più in profondità possibile per capire, elaborare e poi comunicare un qualcosa che possa rimanere alle persone. Questo blog, tra le altre cose, dà spazio agli autori per mostrare i propri lavori e quindi comunicare. Tra i vari autori Mu.sa. troverai nomi di fotografi sicuramente molto più bravi di me che rispecchieranno i tuoi gusti e di conseguenza anche tu potrai trarre giovamento da questa attività del blog. Il mio obiettivo non era quello di ricevere un parere da Sara, che comunque stimo, ma poter dare ulteriore visibilità alla storia del mio progetto in modo da poter raggiungere un pubblico più variegato possibile. Ti posso assicurare che tutto lo staff Mu.sa. è stato molto disponibile e ha dedicato diverso tempo al mio lavoro. Ti ringrazio comunque il tempo che hai riservato al mio lavoro. Buona serata

  2. Non faccio fotografia di reportage. In questo lavoro però vedo una ricerca, la scelta di un tema, un approfondimento e un impegno da parte dell’autore anche di tipo compositivo . Quando il tema trattato riguarda aspetti di tipo etico e sociale e il lavoro fotografico tende a far conoscere situazioni e scelte di vita diverse da quelle della monotona consuetudine della cosiddetta normalità, allora il discorso mi affascina.
    Ciao. Marco

  3. Grazie Yarin per aver mostrato le tue foto e per il tuo intervento garbato, lo apprezzo molto. Se dietro c’è un lavoro e un’attenzione particolare di Mu.sa dal mio punto di vista, leggendo qua, non si nota, tutto qui. Per quanto riguarda il resto… Se tu metti delle foto semplicemente in vetrina come fossero un paio di scarpe credo sia da mettere in conto che può passare un tizio e dire “quelle scarpe non mi piacciono” senza argomentare sul pellame o le cuciture della suola. Questo è più di un’intenzione comunicativa… è un’evidenza, mi pare. Si può cogliere quello che scrivo come un’informazione (dopotutto sono un tuo lettore quindi una risorsa) oppure interpretarlo come attacco personale.
    Una curiosità: Perché, Sara, dovrei farti vedere il mio lavoro? Davvero, la fotografia è una sfida? Se io faccio foto di merda o non fotografo affatto non posso interessarmi e parlare di fotografia?
    Buona serata

    • Buonasera, primo:
      I lavori sono accompagnati da testi che spiegano il progetto, esattamente come sul sito di ogni fotografo del mondo. Da Magnum al lattaio di Viggiù, che introduce il proprio lavoro, affinché si abbia una chiave di lettura.
      Secondo: se a te non piace, e introduci e determini un commento, dandoti del “noi”. Noi chi?
      Terzo: la fotografia non è una sfida, è un linguaggio e come tale, necessità di confronto, altrimenti parli da solo. Anche se ti dai del “noi”.
      Quattro: tu non hai parlato di fotografia, hai scritto che non ti piace un progetto, continuando a non motivarne la scelta in negativo. Parlare di fotografia è altro.
      Buona serata
      P.s. il blog è letto da migliaia di persone a settimana, cosa che forse (ma non sono sicura) potrebbe essere anche determinata dal lavoro che c’è dietro e che tu non vedi.

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