Richard Prince, Spiritual America (1981)
Ciao! Ecco l’elenco delle fotografie più care della storia.
Non mordetevi le mani. Prima di giudicare o dare testate al muro, cercate di capire chi è l’autore, che percorso ha e comunque cercate di non svenire.
Artista | Foto | Prezzo | Data | Venditore | |
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1 | Andreas Gursky | Rhein II (1999) | $4,338,500 | 2011 | Christie’s New York |
2 | Richard Prince | Spiritual America (1981) | $3,973,000 | 2014 | Christie’s New York |
3 | Cindy Sherman | Untitled #96 (1981) | $3,890,500 | 2011 | Christie’s New York |
4 | Gilbert & George | To Her Majesty (1973) | $3,765,276 | 2008 | Christie’s London |
5 | Jeff Wall | Dead Troops Talk (1992) | $3,666,500 | 2012 | Christie’s New York |
6 | Andreas Gursky | 99 Cent II Diptychon (2001) | $3,346,456 | 2007 | Sotheby’s London |
7 | Andreas Gursky | Chicago Board of Trade III (1999-2000) | $3,298,755 | 2013 | Sotheby’s London |
8 | Richard Prince | Untitled (Cowboy) (2000) | $3,077,000 | 2014 | Sotheby’s New York |
9 | Cindy Sherman | Untitled Film Still #48 (1979) | $2,965,000 | 2015 | Christie’s New York |
10 | Edward Steichen | The Pond—Moonlight (1904) | $2,928,000 | 2006 | Sotheby’s New York auction |
11 | Andreas Gursky | Los Angeles (1998) | $2,900,000 | 2008 | Sotheby’s London |
12 | Cindy Sherman | Untitled #96 (1981) | $2,882,500 | 2012 | Christie’s New York |
13 | Cindy Sherman | Untitled #153 (1985) | $2,770,500 | November 8, 2010 | Phillips de Pury & Co. New York |
14 | Andreas Gursky | Chicago Board of Trade (1997) | $2,507,755 | 2013 | Sotheby’s London |
15 | Andreas Gursky | Paris, Montparnasse (1993) | $2,416,475 | 2013 | Sotheby’s London |
16 | unknown | Billy the Kid (1879–80) tintype portrait | $2,300,000 | 2011 | Brian Lebel’s Old West Show & Auction |
17 | Cindy Sherman | Untitled Film Still #48 (1979) | $2,225,000 | 2014 | Sotheby’s New York |
18 | Cindy Sherman | Untitled #92 (1981) | $2,045,000 | 2013 | Christie’s New York |
19 | Andreas Gursky | Rhein (1996) | $1,925,000 | 2013 | Phillips |
20 | Thomas Struth | Pantheon, Rome (1990-1992) | $1,810,000 | 2016 | Sotheby’s New York |
21 | Gilbert & George | Red Morning (Hate) (1977) | $1,805,000 | 2013 | Christie’s London |
22 | Dmitry Medvedev | Tobolsk Kremlin (2009) | $1,750,000 | 2010 | Christmas Yarmarka, Saint Petersburg |
23 | Andreas Gursky | Shanghai (2000) | $1,632,230 | 2015 | Sotheby’s London |
24 | Edward Weston | Nude (1925) | $1,609,000 | 2008 | Sotheby’s New York |
25 | Cindy Sherman | Untitled #48 (1979) | $1,565,000 | 2008 | Christie’s New York |
Nel dicembre 2014, Peter Lik avrebbe venduto Phantom a un offerente anonimo per $ 6,5 milioni, sarebbe questo il prezzo più alto pagato per una fotografia. Lik è stato accolto con molto scetticismo, sebbene un avvocato che lo rappresenta affermi che l’accordo era reale.
Nel 2015 Kevin Abosch avrebbe venduto una fotografia chiamata Potato # 345 (2010) ad un offerente anonimo per $ 1 milione. Sono in corso indagini, dato che anche su questo ci sono dubbi.
E facciamocele due risate!
Baci Sara
Ciao, volevo segnalarti che in questa mail, cliccando la scritta rossa mu.sa si apre un collegamento con un sito arabo! Ciao Daniela
Ciao bella…Non so perché devo controllare
Ciao
… argomenti sempre stuzzicanti … questo poi, potrebbe diventare un campo minato…
La fotografia, ormai da un po’ di tempo, è entrata a pieno titolo nel gotha dell’Arte moderna e contemporanea (a parte qualche raro caso di fotografia non propriamente contemporanea)
Questo da un lato rende giustizia alla Fotografia d’arte relegata ingiustamente, e sin dalle sue origini, a recitare un ruolo minoritario in rapporto ad altre forme di espressione artistica:
“…Occorre dunque che essa torni al suo vero compito, che è quello di essere l’ancella delle scienze e delle arti, ma ancella piena di umiltà, come la stampa e la stenografia, le quali non hanno né creato né sostituito la letteratura” (Charles Baudelaire).
Dall’ altro lato, però, c’è da fare attenzione, perché si entra nella logica di mercato che governa l’Arte moderna e contemporanea.
C’è un libro molto interessante di Donald Thompson intitolato “Lo squalo da 12 milioni di dollari” che racconta la storia di Damien Hirst e del suo autentico squalo in formaldeide venduto (si dice) alla cifra di cui sopra.
Nel mercato dell’Arte moderna e contemporanea esistono meccanismi, a volte molto sofisticati, che creano un vero e proprio sistema economico che ruota intorno ad autentiche attività imprenditoriali fatto di strategie, azioni, marketing, creazione a tavolino di brand, tendenze e mode con l’intervento e l’avallo di critici, galleristi, case d’asta e che hanno, a volte, l’unico intento di creare un mercato mirante a sollecitare e attivare il senso di attaccamento di facoltosi collezionisti per il possesso delle opere, smuovendo in questo modo interessi economici a volte colossali.
Con questo non intendo fare di tutta l’erba un fascio e non è mia intenzione neanche sminuire gli Autori qui citati (sono una pulce in confronto a loro), ma soltanto evidenziare le logiche che ubbidiscono esclusivamente alle regole, a volte “drogate”, del mercato e a cui alcuni Autori, molto abilmente, aderiscono (ma bisogna anche avere ottime capacità per riuscirci).
Mi chiedo: ma PREZZO e VALORE hanno il medesimo significato?
Intendo dire il PREZZO che si paga corrisponde sempre al VALORE reale dell’opera? … Io non credo proprio sempre …
Ciao e buona notte.
Marco
Ciao Marco! La tua domanda è la stessa che mi sono sempre fatta anche io. Sono arrivata alla conclusione che, no, il prezzo non ha praticamente nessun nesso col valore dell’opera. Non può essere. Le logiche legate alla vendita e quindi (purtroppo) alla storicizzazione di un autore, non sono assimilabili al valore dell’opera e di conseguenza dell’autore che la produce. Il mercato è lontano dalla qualità che spesso è più difficilmente digeribile. Ciao
le case d’aste ci campano sopra su queste cose, pompando i prezzi a dismisura, purtroppo tirando fuori certi “artisti” che di artistico propio non hanno nulla, vedasi Andreas Gursky con le sue cavolate di foto, di cui una che ho appena visto, fatta al cellulare che pensavo fatta da un bambino di 2 anni che gli era caduto a terra appunto il cellulare, mentre le foto fatte da veri artisti alle aste vengono vendute per una miseria e a volte invendute.
Vero, purtroppo capita anche questo!
Rimango del parere che a volte, ma sarebbe meglio dire spesso, non sono le “opere” ad avere un certo prezzo o valore, ma è la misura in cui un autore riesce a proporsi, a “vendere se stesso” a dare di una foto o di qualsiasi altro manufatto un prezzo o un “valore . Ci sono in giro una serie di cani che scattano foto che però sanno abbaiare meglio di altri. Autentici paraculi che si intrufolano in tutte le manifestazioni i quali si ruffianano assessori , direttori artistici o curatori, l’elenco va avanti all’infinito.Ciao
Ciao, dimentichi di dire, che se fosse come affermi, questi curatori, critici, assessori, sono degli incapaci. Questo non posso e non voglio attribuirlo ad ogni caso. In qualche caso, si, è l’insieme delle cose che li fa entrare nei circuiti giusti, in qualche caso sono semplicemente più bravi di noi.
https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsCaspita che prezzi! Però sono fotografi famosi e anche bravi, artisticamente parlando.
Di Gursky ho visto la mostra “Bangkok” a Roma. Seppur artefatto, molto artefatto, ha uno stile particolare.
Lasciamo perdere il fatto che le case di aste fanno lievitare i prezzi. In realtà non è tutta colpa delle case di aste ma anche di miliardari folli. Spesso questi miliardari non capiscono le foto, a volte penso che le scambiano per quadri di Van Gogh senza neppure accorgersi che sono copie, anzi vere e proprie “croste” 🙂
Si, spesso è solo questione di mercato, investimenti che potrebbero tranquillamente essere rivolti ad altri settori, dato che della fotografia capiscono poco, semplicemente investono.