Come ci fregano ai premi fotografici

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ipotyUno dei motivi per cui sono arrabbiata…anzi sono incazzata come una iena!

Vi allego il testo di Jessica Auer che secondo questo rinomato premio, avrebbe dovuto essere uno dei giudici del 2017.

Il premio è questo: The International Photographer of the Year (IPOTY). Molto conosciuto.

Purtroppo, né lei, né gli altri giudici, con cui si è successivamente consultata, hanno selezionato le fotografie.

I partecipanti hanno pagato per essere giudicati non si sa da chi. I nomi erano stati inseriti in giuria per attirare i fotografi e farsi pagare la quota di partecipazione, data la professionalità dei componenti.

Fantastico.

Allego sotto il link del concorso.

Triste notizia per chi investe sul proprio lavoro e ci crede.

Questo il testo di Jessica, trovato sulla sua pagina di Facebook.

For my photographer friends and people of the photographic community: I recently discovered that my name and profile was inappropriately used by what appears to be a fraudulent photography competition, the IPOTY. The International Photographer of the Year (IPOTY) competition listed me, and 13 other international photographers, as a judge for their 2017 competition. Upon discovering this, we the “judges”, have reached out to each other and discovered that NONE of us actually judged this competition. As a group, we have collectively written to IPOTY to inform them that we discovered our names have been misused to give this competition credibility. Two weeks have passed and the IPOTY has not responded. They have however removed our names and profiles from their public website. We believe that photographers would be very interested to know that this high profile international photo competition is corrupt. This is a competition that photographers paid to enter, and the judging process has been clearly dishonest. By discussing this publicly, we the judges wish to disassociate ourselves from this competition, and hope to diminish the presence of deceitful institutions within the photographic community.

https://iphotographeroftheyear.com/

https://tinyurl.com/ycucqs83

Come tutelarsi? Io non lo so, non credo ci si debba mettere a telefonare ai giudici ogni volta!

Non capisco come abbiano pensato che nessuno se ne accorgesse, assurdo.

Ciao

Sara

 

36 pensieri su “Come ci fregano ai premi fotografici

  1. Ecco. Davvero un’amara scoperta.
    Recentemente ho inviato qualche mia foto a concorsi, in Patria e fuori.
    Fuori: menzioni d’onore tante, ma a parte Olympus che mi ha riconosciuto un terzo premio, del materiale fotografico ed il viaggio in Germania per ritirarlo, solo dei gran pdf. Ah no, National Geographic USA mi ha proposto di cedere i diritti di una mia foto per qualche dollaro.
    In Italia: è la seconda volta che a dei concorsi FIAF sono tra gli ammessi, ma poi il primo premio della classifica finale del concorso è assegnato ad un abitante della stessa città del concorso (a pensar male si fa peccato, lo so…).
    Qualche soddisfazione dai concorsi non FIAF.
    Buona giornata Sara e buona giornata a tutti i tuoi lettori. Grazie per la preziosa segnalazione, che fa riflettere sul fatto che la fotografia va amata, studiata e praticata senza scopi, avendo sempre e solo qualcosa da dire….
    marco

  2. c’è chi lavora con grande serietà ed impegno, e c’è chi mangia alle spalle degli altri con grande serietà ed impegno.
    mi spiace per i primi, ma provo molto compassione per i secondi.

      • Ciao, cara Sara,

        è un problema che si trascina da tanti anni (nel 2012 avevo scritto un pezzo dal titolo “Specchietti per allodole” nel sito del circolo che allora presiedevo) e che purtroppo continua. Vengono lanciate mostre, concorsi e iniziative fotografiche di vario genere che certo non servono a chi vi partecipa ma solo a chi le porta avanti (giovandosi delle sponsorizzazione, delle quote di partecipazioni, contributi d’enti, vendita pubblicazioni e di quant’altro possibile). Recentemente si sono aggiunti anche dei concorsi internazionali patrocinati dalla FIAP che – organizzati “a tappeto” prevalentemente da unica area geografica – si avvalgono di denominazioni che riporterebbero a paesi di tutt’altre aree ma che nulla con le medesime hanno a che fare (anche per quanto si riferisce alle giurie con nomi spesso ricorrenti) e proprio ieri me ne è giunto via mail uno nuovo: cosa potreste (…guardate che è solo un esempio…) pensare di un concorso intitolato “Alabama PhotoContest” con organizzazione e giuria turca? Qualcuno, a mio parere ne ha creato un “businnes” che non solo discredita la FIAP ma anche le onorificenze che dalla stessa vengono concesse per punteggi conseguiti grazie anche a tali concorsi. Il comportamento nell’organizzazione dei concorsi FIAF (e qui non sono d’accordo con l’amico Marco) è a mio parere molto più serio anche se pur possono esserci eccezioni.
        Per altri ambiti (come ha fatto Jessica Auer con te) mi sono giunte lamentele: mi è stata citata una da poco conclusa TRIENNALE DI FOTOGRAFIA (svoltasi in una delle nostre più belle città italiane spesso usata per iniziative pseudo-artistiche – anche non fotografiche – per attirare incauti) che ha citato gemellaggi e appoggi non sempre chiari per sponsorizzare un’iniziativa che si è avvalsa poi di ben 262 espositori (sembra praticamente tutti i concorrenti: la partecipazione era gratuita ma il catalogo a pagamento anche per gli espositori stessi) con un imprecisato numero di opere esposte a muro fin a quasi livello soffitto, strettante accomunate anche con illuminazione inadeguata, in incomprensibili accostamenti (ed a più livelli sì che per poterne osservare alcune era necessario accucciarsi): ciò è ben evidente se si guardano alcune clip video esistenti in YouTube. Nessuno si è scandalizzato né alcuno ne ha parlato sulla stampa, o in internet dove trovansi solo le autogratificazioni dell’organizzazione. Da una ricerca da me fatta sul web ho appurato che l’organizzazione era la stessa che nel 2014 prima aveva voluto lanciare a Torino la PRIMA (ma in effetti mi consta sino ad oggi rimasta unica) BIENNALE DI FOTOGRAFIA che tanti dubbi e discussioni aveva sollevato (era intervenuto anche Vittorio Sgarbi).
        Cosa aggiungere di più? La raccomandazione ai fotografi di esser meno ingenui e più accorti valutando a fondo chi organizza, come organizza e come e da chi sarà giudicato prima di partecipare in modo che sia i premi, sia le ammissioni eventualmente conseguite siano stati veramente assegnati con serietà, competenza e che rispecchino l’effettivo valore delle opere che li hanno conseguiti.
        Scusa il lungo scritto . Un affettuosissimo saluto

      • Gustavo, ti ringrazio tantissimo per il tuo intervento. Mi ha fatto piacere leggerti anche se con un po’di stanchezza e sconforto. Ti abbraccio. Buona serata

  3. Tornando al post di Gustavo, io ho partecipato alla cosidetta Triennale a Venezia, viste le enormi promesse che vantavano, non avendo visto che erano gli stessi che avevano promosso la cosidetta Biennale della Fotografia a Torino a cui ne avevo detto di tutti i colori al suo tempo visto che praticamente chi pagava poteva partecipare, quindi se eri un fotografo bravissimo o uno nemmeno capace di fare uno scattino con il cellulare, bastava pagare e partecipavi, tramite grossa selezione loro dicevano, oltre al fatto che mettono nomi di grossi personaggi in giuria o altri settori della esposizione, per attirare gente, a cui avevo chiesto personalmente, conoscendoli bene, se la loro partecipazione era vera, e loro mi rispondevano che non sapevano nulla; questo fa già capire come vanno le cose in certe cose. A questa cosidetta Triennale ho portato 2 stampe incorniciate in formato totale di 70×100 cm. stampa fine art, quindi con grosse spese di stampa etc…ovviamente la cosa era pubblicizzata perchè nell’edificio si trovavano esposte alcune mostre della Biennale Arte 2017, anche se eventi laterali, e quindi tutto per far vedere che l’evento era veramente importante. Io conoscendo l’edificio (ex collegio armeno a Venezia) avendo parenti armeni, sapevo come era la struttura e già nei tempi passati alcuni settori erano di lusso, altri nella rovina più totale. Portai le due foto sperando che la cosa si svolgesse almeno nei piani alti dell’edificio, restaurati per le esposizioni della Biennale. Il giorno della inaugurazione, dove la gente che non è di Venezia nemmeno sapeva dove era il posto dato che non c’era nemmeno un banner esposto riguardante la mostra, vidi con orrore che tutte le sale usate, a parte due restaurate di recente, erano proprio quelle più in rovina, con crepe sui muri, faretti da muratori attaccati qua e la, mezzi bruciati quindi con mezze foto nel buio più totale, mezze illuminate, posti umidi, foto attaccate pure sulle ante delle porte – tutto documentato fotograficamente – praticamente una mostra organizzata da un eventuale patronato poteva essere più bella e meglio gestita. Le uniche due sale, per fortuna dove erano esposte le mie due foto, erano praticamente un assembramento di foto appesa quasi fino a raso terra e in modo confusionale senza un tema o altro. Scandalizzato della cosa ho informato i responsabili che mi sarei portato via le mie due foto, visto che io ho ancora una dignità e non mi serve di sicuro esporre in un posto tipo fiera di mercato per farmi pubblicità, così 2 gg dopo sono andato li in sede e mi sono portato via il tutto. Ovviamente tanti poveretti, di cuinon faccio nomi ma anche miei ex amicizie su facebook, si facevano belli mostrando foto su facebook, ancora visibili, orgogliosi di aver esposto a Venezia – nemmeno fosse il Palazzo Ducale – e pensando chissà quale pubblicità avrebbero avuto da questo evento; poveretti, lasciamoli sognare, peccato che in diversi presenti alla inaugurazione erano li che ne dicevano di tutti i colori sul metodo di esposizione etc…, mentre ovviamente gli organizzatori dicevano il contrario che il successo è stato enorme, con grosse proposte future da parte ci altri posti espositivi, quali?, ed altro. Ora voglio proprio vedere se faranno altre triennali stile biennale che dopo la prima edizione sono tutti spariti. Per mia fortuna le due foto le ho vendute a un importante ufficio legale per arredamento, così almeno mi sono ripreso le spese e anche oltre, e per fortuna che la partecipazione era gratis, per questo avevo provato. Fatto sta che fino a che simili personaggi, concorsi compresi, trovano grulli da fregare promettendo fama e gloria con inutili eventi, questi andranno sempre avanti a bidonare la gente con concorsi fuffa, che non rispettano i regolamenti, che fanno vincere foto trattate al 90% a photoshop, ed altro. Io ho deciso che da quest’anno non parteciperò mai più a concorsi fotografici, sopratutto dove chiedono denaro per partecipare. Ricordatevi che i veri concorsi seri non vi chiedono di pagare per partecipare, vedi World Press Photo, altrimenti fate prima a pagarvi una galleria e farvi una mostra per conto vostro.

    • Ciao Matteo, mi avevi già parlato di questa cosa e mi sembrò pazzesco. Mi dispiace non aver avuto modo di approfondire. Dovremmo sempre fare come te: tirar su tutto e andare via…Ciao Sara

  4. Dove ci sono premi c’è il rischio del raggiro: è un fatto immorale, ma vecchio e ricorrente.
    Amaramente, però, bisogna prendere coscienza che la cifra stilistica che prevale nel mondo di oggi sembrano essere l’imbroglio, la mistificazione e la nefandezza. Molto di più, credo, che nel passato, o almeno così appare. Forse sono un anti-modernista, lo riconosco, ma penso che sia così, e tutto ciò è suffragato dai fatti degenerati a cui più frequentemente assistiamo quotidianamente in ogni campo dell’umana avventura.
    Cosa fare? Non lo so!
    Non si può certo affermare che tutti i concorsi fotografici siano truccati o gestiti da “rubagalline”.
    Quello che io faccio, ormai da molti anni, è di non partecipare ai concorsi dove ci sono premi in palio. Partecipo, e volentieri, a quelle iniziative il cui scopo sono esposizioni e mostre delle fotografie presentate dagli autori, senza altre finalità diverse da queste.
    Con questo non voglio assolutamente criticare chi, con le motivazioni più diverse e legittime, decide di partecipare ai concorsi a premi, ma credo sia meglio farlo con disincanto e, soprattutto, senza lasciarsi sedurre dal concetto di premio.
    Personalmente ho molte perplessità quando si parla di concorsi e di premi. Perchè?
    Il premio suppone che ci sia una competizione. Io ho scelto la fotografia come mezzo di espressione. In una fotografia espressiva la tecnica è una componente dell’immagine, l’altra componente è rappresentata dall’interpretazione espressiva dell’autore… può la mia interiorità essere oggetto e argomento di una competizione? E’ qui che nasce la mia perplessità.
    Questo non significa che io sia contrario a mostrare le mie fotografie ed a confrontarmi con persone competenti e serie che sanno leggere la fotografia fornendomi il loro rispettabile parere. Le critiche, positive o negative che siano, sono necessarie come il lievito nel pane: servono a mettersi in discussione, a crescere e a non peccare di presunzione. Su questo nessuna perplessità, sarebbe fuorviante non farlo. Ritengo, però riduttivo il lasciarsi tentare dal miraggio di un premio per poter ricevere un consenso. Questa, beninteso, è soltanto una mia personalissima considerazione, magari anche molto sbagliata, ma è quello che penso.
    Certamente, per molti fotografi un premio ottenuto in un famoso concorso può rappresentare moltissimo sia come propria soddisfazione personale che come trampolino di lancio in campo professionale, ma io credo che i valori, quelli autentici, risiedano altrove e, soprattutto, siano altra cosa.
    E’ un atteggiamento troppo snob? Non lo so. Se è così che appare ve ne chiedo scusa, non era mia intenzione esserlo. E mi scuso anche se sono stato troppo lungo con le mie argomentazioni, ma il tema meritava.
    Buona serata, Marco.

    • Marco, ciao, non sei stato lungo e poi chi se ne frega se li sei stato. Per molti vincere premi è anche il riconoscimento di percorsi a livello fotografico che in altro modo, rimarrebbero nascosti, non visti. Del resto, come fotografi, scattiamo perché il mondo veda come interpretiamo il mondo.
      Detto questo, sono anni che non partecipo nemmeno io e in qualche caso mi hanno anche consigliato di ricominciare! Ciao buona notte

      • Ciao Sara,
        certo, condivido pienamente il fatto di mostrare le nostre fotografie “perchè il mondo veda come interpretiamo il mondo” (bellissima definizione!), ci mancherebbe altro. Sono invece contrario, per mio principio, alla gara/competizione insita nel concetto stesso di concorso, come se si trattasse di un fatto agonistico. Penso questo anche nei riguardi di concorsi seri e rinomati. Figuriamoci, poi, quando si parla di concorsi fasulli!
        Evidentemente, però, deve esistere un fiorente “mercato” che induce tanti imbonitori ad organizzare concorsi ingannevoli che portano vantaggio esclusivamente alle proprie tasche e assolutamente nulla di buono ai fotografi e alla Fotografia.
        Resta fermo, comunque, il fatto che ognuno ha la libertà di scegliersi la strada che ritiene più congeniale per farsi conoscere e ricevere riconoscimenti.
        A presto.
        Marco

      • Si, certo, c’è un mercato fiorente e pericoloso che probabilmente sta drasticamente abbassando il “valore” del fotografico in circolazione. C’è molta gente brava che non sa come farsi strada e molta pessima che sa sfruttare benissimo le due carte che ha….staremo a vedere! Ciao e grazie Sara

    • calcolando poi che ci sono personaggi che partecipano a concorsi solo per raccimolare premi e punteggi, fregandosene del fattore fotografia come principio di mostrare le proprie fotografie alla gente, ma solo per monetizzare, come riporto qui un pezzo di conversazione che ho avuto con uno di questi personaggi, di cui non metto il nome solo perchè mi fa pena anche se continua a vantarsi con mostriciattole varie ed iscrito ad un noto circolo fotografico veneziano, tanto per capire come ragionano certi personaggi attuali che si spacciano fotografi

      “Ciao Matteo, io non partecipo a concorsi del genere, sono un fotoamatore iscritto alla ….. e …… mi interessano solo ed esclusivamente i concorsi per i punteggi e i premi per le statistiche…( dunque concorsi ………… ) per avere le credenziali da richiedere le varie onorificenze… già sono ……. questo è il mio scopo !!! partecipare, se possibile e vincere premi in denaro, o materiale ( che poi rivendo, acquisire titoli e punteggi per un futuro incarico più avanti in federazione, e nulla più !!! lo scorso anno con i concorsi ho avuto un rientro in soldi e premi puntualmente rivenduti e monetizzati ( anche un d7100 con 18-105 per esempio ) per un totale di poco più poco meno 7000’00 euro, e con circa 3000’00 euro di spese di iscrizione, stampe, benzina e autostrada per andare alle premiazioni e galà vari….. questo interessa a me….. tutti i concorsi dove si può vincere soldi, o ammissioni per la statistica…. ”

      ditemi voi se possiamo sperare in una fotografia seria con simili personaggi.

      • Ciao Matteo, non biasimo questa persona, ognuno cerca la strada che meglio crede per sé…certo mi sembra un po’ accanito! Ciao Sara

  5. Non capisco qual è la connessione tra l’esprimersi con il linguaggio fotografico e partecipare a dei concorsi, come se fosse un’attività atletica tra sportivi o una corsa di levrieri…
    Quando un lavoro è meglio di un altro? Perché? Perché se voglio dire una cosa con la fotografia deve essere confrontata con un’altra affermazione fotografica?

    • Perché come in tutte le forme di comunicazione che determinano una professione, la a competizione è una forma sana di confronto. Diventa normale mettersi in gioco e in qualche caso può ‘aprire delle porte’. Poi ognuno sceglie la strada più vicina al proprio sentire…Ciao


      • https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsla competizione c’è su un atto sportivo perché è possibile fare un confronto: due o più atleti si confrontano sullo stesso terreno, eseguendo gli stessi gesti, confrontabili e misurabili. Su un atto artistico qual è il senso, quale il criterio di confrontare due foto di soggetti diversi, che vogliono esprimere cose diverse, che nascono da presupposti differenti, con stili e quindi background culturali differenti?
        Per non parlare dell’emulazione stilistica e dell’appiattimento conseguente, sposo le parole di De Bonis
        https://www.huffingtonpost.it/maurizio-g-de-bonis/i-premi-fotografici-una-noia-mortale_a_23390491/

      • Cavolo, letta così è vero, hai ragione tu. È anche vero che il confronto e la successiva vittoria, dipendono da tanti fattori e spesso la bravura (capacità di parlare fotograficamente con un linguaggio corretto e consapevole rispetto ad un tema specifico) passa in secondo piano rispetto ad altri fattori: giuria, periodo storico, luogo ecc. Del resto, siamo noi che ci sottoponiamo al giudizio, partecipando….ciao

    • Ciao,
      grande la riflessione che hai proposto di De Bonis! La condivido pienamente. Sono considerazioni che ricalcano perfettamente ciò che penso sulla fotografia quando viene scelta come mezzo espressivo- artistico. Chapeau per la parte finale della riflessione di De Bonis: è fantastica! La sottoscrivo “in toto”
      Grazie per queste opportunità di discussione!
      Marco

      • Ciao, vorrei aggiungere solo 2 cose:
        • Chiedo scusa a Boris perché nel mio precedente post ho omesso di dirgli che aderisco pienamente alle sue considerazioni avendo il medesimo punto di vista a proposito del concetto di concorsi intesi come competizioni.
        • In riferimento a De Bonis segnalo un suo libro con fotografie di Orith Youduvich intitolato “COSA DEVO GUARDARE” nella collana Postwords di Postcart Editore. Non centra nulla con i concorsi, ma molto con la fotografia espressiva e di ricerca.
        Saluti, Marco

    • quando si parla di concorsi, si parla di mercato, per cui una concezione capitalistica dell’arte, il male adssoluto

  6. Da organizzatrice di concorso nazionale posso dire che per fortuna non tutti sono delle fregature.
    La cosa che lascia amarezza è che un concorso come il nostro, organizzato con entusiasmo e fatica, e con premi in denaro importanti, viene snobbato da tanti perché organizzato da un Fotoclub, pur essendo un concorso serio.
    Mentre questi concorsi bufala sì fanno una bella scorpacciata di soldi e quando vengono scoperti oscurano anche quelli seri.


  7. https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsio oramai faccio solo i concorsi del mio settore mineralogico, dove non puoi truccare o altro perchè si vedrebbe immediatamente, e chissà come mai ogni anno porto a casa primi posti in tutte le categorie, o primi e secondi posti in separate categorie, anche l’ultimo a Tucson ho vinto il primo premio, altro che i concorsi dove mettono un regolamento e dopo non lo fanno rispettare manco morti e se glielo fai notare si incavolano pure.

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