Come riconoscere i workshop di fotografia del cacchio e evitarli!

SARA MUNARI - (6)

Tanti fotografi stanno entrando nel mercato e questo significa più gente che vuole imparare o provare ad imparare, come fare foto migliori, come muoversi nel mondo della fotografia.

Le macchine fotografiche, questi amabili aggeggi, non costano più molto e rimangono oggetti di semplice utilizzo.

Questo porta alla sensazione di poter diventare fotografi con facilità.

Falso! Falso anche pensare che seguire un workshop, un corso, un master, faccia di voi fotografi.

Vi svelo un segreto:

Tenere workshop è bellissimo, parlare a persone che ti ascoltano è appagante, mettere nelle condizioni di migliorare il proprio livello fotografico è eccitante, condividere quello che si conosce è godurioso (almeno per me).

Crei piccoli gruppi, crei discussioni, impari, ai miei corsi, addirittura si son formate coppie stabili. 😀

Inoltre si guadagna bene, nel tempo.

Devi farti un nome, certo. Studiare, farti conoscere, perseverare, tenere duro e ricevere fiducia…non semplice, ma si può fare.

Però, però, però…

Se è vero che non esiste un modo giusto per insegnare ad un workshop è anche vero che si dovrebbe avere qualcosa da insegnare.

Molti studenti mi hanno confidato di aver seguito workshop, anche con fotografi di fama mondiale, affermando di aver imparato poco e niente.

Ricordate che non è detto che un bravo fotografo sia un bravo docente, così come un bravo docente, potrebbe non aver scattato una sola foto buona.

Ci vuole passione per la materia e passione per la gente.

Per ‘passare esperienza, nozioni e consigli’ bisogna amare le persone quanto la materia.

La Fotografia, inoltre, la si deve davvero conoscere e anche se il mercato dei workshop è in espansione, non significa che tutti abbiamo qualcosa da insegnare.

E adesso mi rivolgo a voi, a chi i workshop li segue e investe tempo e denaro nella speranza di capire qualcosa.

Ma volete andare un po’ a fondo quando scegliete le persone da seguire, oppure no? Lo sapete quanti ciarlatani convinti ci sono in giro?

Ci sono anche le mode a vostro sfavore. Va di moda un determinato personaggio e viene proposto dappertutto. Questo convince della validità della persona. Spesso non è così.

Un workshop non sono 30 persone intorno ad una ragazza nuda, soprattutto se in questa occasione non viene spiegato un cavolo sulla luce, sulla fotografia di nudo, sul ritratto.

Un workshop non è un autore, famoso o meno che vi parla del suo lavoro. Un workshop è quando tu, da iscritto, migliori il tuo di lavoro.

Un workshop non è un’uscita tutti insieme a fare fotografie, tipo “gruppo Torino vacanze”. Questi si chiamano esercizi, che potete anche organizzare da soli. Un workshop è un gruppo di studio, un seminario volto ad una specializzazione.

L’offerta è ormai talmente elevata che distinguere è davvero difficile.

Posso consigliarvi di leggere i curriculum di chi si propone come docente, di guardare i loro siti e di controllare le informazioni che inseriscono. Se in una biografia c’è scritto fotogiornalista, controllate per che giornali ha effettivamente lavorato e in che modo. Se c’è scritto photoeditor, chiedete se ha davvero prodotto progetti per qualcuno. Se c’è scritto fotografo, guardate in che genere è specializzato e se ha venduto o fatto mostre coi propri lavori…e così via.

La colpa è sia loro che vostra, se poi siete convinti di assolute cazzate e magari andate anche in giro a diffonderle.

Baci

Sara

12 pensieri su “Come riconoscere i workshop di fotografia del cacchio e evitarli!

  1. https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsInfatti, ci sono tanti nomi che vengono riproposti sempre quelli, con gran titoloni di Ambassador qua e la – e la gente nemmeno conosce nemmeno la differenza tra un Ambassador vero e uno PH che testa dei prodotti ogni tanto di certe marche – dove conosco alcuni che hanno partecipato e hanno detto di aver buttato via i soldi visto che il personaggio, come nelle uscite fotografiche, spiegava quei 15 minuti e dopo ciao ciao arrangiatevi, salvo però intascarsi 120 euro a testa e pure senza fattura, e il personaggio è ben noto nel campo dei workshop, sopratutto Veneti

  2. mi è capitato, nel bene e nel male. Ne ho seguito uno ottimo con un “vero docente”, che ci ha fatto vedere il suo lavoro solo l’ultimo giorno perché c’era ancora un po’ di tempo e mi ha insegnato moltissimo, e ne o seguito uno tremendo dove però ho avuto la scusa per tornare in posti che volevo fotografare e dove senza quello stimolo non sarei mai tornata. Ho fatto tutto da sola, ho fatto anche delle foto discrete, anche buone, ma dall’organizzatore ho solo imparato a non iscrivermi a certi workshop.

  3. La fotografia non s’insegna.
    Nel 2020, poi, con siti, forum, video, podcast e social si possono apprendere tutte le conoscenze strettamente tecniche senza spendere un soldo, se non la connessione ad internet.

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