Mark Steinmetz, poeta della fotografia in bianco e nero

Ciao,

oggi vi voglio presentare questo fotografo americano che per tutta la sua carriera (finora almeno) ha sempre utilizzato la stessa fotocamera analogica e la stessa pellicola controllando meticolosamente ogni fase del processo di produzione della fotografia.

Lo conoscete? Che ne pensate? Attendo i vostri commenti.

Ciao

Anna

 

Mark Steinmetz, nato nel 1961, è un fotografo statunitense residente ad Athens in Georgia.

Steinmetz ha iniziato a fotografare giovanissimo e a 13 anni aveva già una piccola camera oscura dove stampava le proprie fotografie – cosa che continua a fare ancora adesso. Nato a Manhattan da genitori europei e cresciuto in Iowa, da piccolo studia principalmente materie scientifiche per poi cambiare direzione al college concentrandosi sullo studio di materie artistiche.

Nel 1986 ha ottenuto il Master in Fine Arts presso l’università di Yale.

Durante la sua carriera ha pubblicato 6 libri con la prestigiosa casa editrice Nazraeli Press.

I suoi lavori sono inclusi nelle collezioni dei maggiori musei americani, quali il Museum of Modern Art, il Whitney Museum of American Art, il Metropolitan Museum of Art, l’Art Institute di Chicago, il San Francisco Museum of Modern Art.

In Italia ha collaborato per mostre e workshop con MiCamera.

Ha insegnato fotografia alle università di Harvard, Yale, Emory, Hartford e Sarah Lawrence College.

Ha inoltre ricevuto una Guggenheim Fellowship.

Il suo lavoro, rigorosamente in bianco e nero, raccontano momenti umoristici, di profondità e bellezza, riuscendo ad estrarre profondità visiva ed emotiva dalla vita di tutti i giorni- Le sue opere catturano la quieta intensità della condizione umana rappresentando soggetti che vanno dagli abitanti di piccole città italiane, a campeggi estivi, teenagers, insegnanti e scene di strada.

Una carriera dedicata interamente alla fotografia analogica, compreso il meticoloso sviluppo dei suo negativi in camera oscura, Steinmetz ha lavorato con la stessa fotocamera, pellicola e processo chimico per tutta la sua carriera.

Questo il suo sito personale

Qua trovate un interessante articolo apparso sul Guardian poco tempo fa, mentre qua  una recente ilntervista pubblicata su Vice

 

14 pensieri su “Mark Steinmetz, poeta della fotografia in bianco e nero

      • Buongiorno Sara,
        grazie innanzitutto, forse ho esagerato usando -wow- ma le foto mostrate non hanno carica emotiva, il “contenuto” è più che normale, le situazioni mostrate non mostrano una creatività particolare; questo avrei voluto semplicemente dire.

      • Ciao Anna,
        tralasciando la -Ragazza afgana- sfoglia, giusto per citarne qualcuno, la galleria di Steve Mc Curry, e scegli tu stessa!
        A parer mio, per una foto speciale, oltre che calarsi nel contesto, si deve mostrare una situazione che faccia soffermarti su ciò che il fotografo/a intende mostrare, be anche se non ti porta al -wow-
        Buona giornata

    • Ciao Sebastian,
      a mio parere la sua forza sta proprio nella “normaliltà” dei soggetti.
      Come ti ho scritto sopra, sarei curiosa di sapere chi ti fa dire “wow”.
      Sono belle foto o foto di bei soggetti?
      Grazie se vorrai rispondermi.
      Anna

  1. Ciao, questo tipo di fotografia, per me è molto bella perché essenziale, non devi cercare il motivo, ma solo guardare e sentirti partecipe del momento bloccato, perché è quello il messaggio. Sinceramente non conoscevo l’autore ma forse proprio perché non lo conoscevo ho potuto osservare meglio il suo lavoro.
    Grazie per averlo proposto
    Enrico

Rispondi a AnnaAnnulla risposta