Tutti critici, ignoranti.

comic-characters-2026313_960_720Buongiorno a tutti!

Ho postato, attraverso il blog, fotografie di un autore che ha lavorato prevalentemente negli anni sessanta/settanta. Non che dopo non abbia fatto più niente, diciamo che viene ricordato soprattutto per i lavori prodotti in quel periodo.
Lui è Lewis Baltz.
Ecco il link all’articolo

La gente, al solito, si è messa a commentare le fotografie di questo autore dicendo, questa mi piace, questa non mi piace, questa poteva farla meglio!
Pazzesco non credete?
Mario Pellegrino Rossi che commenta le fotografie di un autore che ha, da parte sua, consolidato quello che ancora oggi si definisce “minimalismo”, in fotografia…

Ma quando è successo che ci siamo trasformati tutti in critici e fotografi?
Questa faccenda mi sconvolge sempre.

A parte questo.
Provate a pensare, quando siete di fronte a fotografie di grandi autori, perché decretati non solo dalla critica ma anche dal tempo, che se vi piacciono o meno le loro immagini, non frega niente a nessuno.

Provate solo a pensare per un attimo che parte del vostro modo di fotografare (le stesse cose), deriva proprio da quegli autori che per primi hanno visto e catturato il soggetto in quella precisa maniera. Spesso quello che viene dopo sono brutte copie, scattate tardi e senza lo stesso contenuto, svuotate anche dei concetti che avevano mosso i fotografi per produrre, in quel tempo, quei progetti. Solo in qualche caso (pochi, pochi) miglioriamo il lavoro di altri, se svolto allo stesso modo. Più che altro aggiungiamo frasi a racconti già intrapresi.
Il giudicare dicendomi: Ma scusa, perché non posso dire che mi fanno schifo?
Perché non posso dire che io l’avrei scattata diversamente e meglio?

I motivi sono parecchi:
1) Il lavoro di un autore, riguardo ad un determinato argomento, si giudica dal complesso delle immagini, non per il singolo scatto.
2) Il lavoro di un autore si giudica se si conosce il periodo storico nel quale sono state scattate le foto.
3) Il lavoro di un autore si giudica se si conosce il luogo nel quale sono scattate.
4) Il lavoro di un autore si giudica se si conoscono i concetti che stanno dietro alle foto.
5) Il lavoro di un autore si giudica se si conoscono le motivazioni che hanno spinto a trattare quell’argomento, in quel preciso momento, con quella precisa modalità.

Detto questo, il lavoro di un autore riconosciuto e affermato si guarda con attenzione, cercando di capire il più possibile, anche se non è nelle nostre corde, quindi non ci piace!

Tutto il resto sono chiacchiere da bar con un approccio tanto superficiale, quanto il giudizio che si da alle tette di Minnie a dodici anni (se si è uomini) e al culo di Robert Downey jr (se si è donne) … a tratti anche l’opposto.

Ciao
Sara

20 pensieri su “Tutti critici, ignoranti.

      • https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsA parte la mia ammirazione per chi, avendo un blog, incita a non commentare se non si ha niente da dire, volevo scusarmi perché il mio correttore Android ha trasformato la prima parola del mio commento, “severa” in un link a qualcosa… Spero non porno! Purtroppo non posso più correggere. Ciao!

        P. S.: anche io la prima volta che ho visto delle foto di Frank ho pensato “ma questa la facevo pure io, anzi meglio!”. Ma avrò avuto 14 anni e per fortuna non c’era facebook e mi son risparmiato di scrivere ‘sta cazzata.
        Poi l’ho dimenticato e mi ci sono scontrato anni dopo, e mi sono quasi commosso per la potenza espressa da quelle foto. Insomma, a volte basta aspettare un po’ prima di scrivere. Tipo un 10 anni

      • Ciao Paolo, ma figurati, io faccio le cose più assurde qui e sui social, sono totalmente incapace di gestirli bene…vivono di vita propria. Per il resto, certo, è capitato a tutti di pensare : questa mi sembra una cosa semplice e riproducibile, ma dobbiamo stare attenti e giudicare solo dopo aver studiato. Ciao

  1. E’ l’effetto social… una volta si era tutti allenatori solo la domenica, oggi si è tuttologi sempre. Qualsiasi sia l’argomento, tutti commentano come se fossero, cardiologi, pediatri, avvocati, pittori o fotografi. Poi, la rapidità di esecuzione impedisce che si rifletta prima di digitare sulla tastiera, se aggiungi che viviamo un periodo dove è andato perduto il rispetto per l’altro, per la sua fatica, per il suo impegno, il gioco è fatto. Qualche volta dovremmo capire che non tutto quello che pensiamo, va detto immediatamente. Chi non ha pensato qualche volta guardando una fotografia – questa l’avrei fatta anch’io – ma se io sono un amatore e lui/lei una grande fotografa, vuol dire che oltre a quella fotografia c’è ben altro. Zitta, guarda e impara.

  2. Ciao, condivido tutto il tuo dire.
    Honorè de Balzac un secolo e mezzo fa ha detto:
    “La malattia del nostro tempo è la superiorità. Ci sono più santi che nicchie.”
    Molti (troppi) ancora oggi aprono bocca e gli danno fiato. Non solo senza pensare, ma anche con molta superficiale presunzione: l’ignoranza fa più danni del petrolio.
    Marco

      • Anche io non sono mica il Saggio della Montagna Sacra. La misura della mia ignoranza sarà certamente notevole, però evito di montare in cattedra e di pontificare su argomenti e questioni che conosco poco o per niente.


  3. https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsCiao. Tutto ciò che scrivi è pienamente condivisibile. Ci sono anche delle piccole digressioni al ragionamento, come chi “richiede” delle critiche perché neofita. Ed allora, chi può permettersi di dare degli aiuti? Sia formali che concettuali. Teoricamente nessuno, se ci rifacciamo al ragionamento originale. Come nella vita, l’esperienza fa grado, ed un consiglio, se pur personale, si può dare. Senza filosofeggiare. Senza dubbio i grandi autori non hanno bisogno dei nostri cosingli, ma senza il consenso popolare… non sarebbero così “grandi”. È una semplice questione di marketing. Ed è così che i like del nostro tempo, restituiscono il gradimento. Un sistema che può non piacere, che può essere fastidioso… resta il fatto che, solitamente, chi ne parla, ne fa parte. E se non ne fa parte non dovrebbe criticare un sistema che non conosce. Questo è il nostro tempo, che piaccia oppure no.
    Adesso vorrei proporti un nuovo ragionamento, uno spunto per un nuovo articolo. Lo hai accennato nel discorso precedente:” fotografiamo le stesse cose”…… ed allora la domanda è:”Perché continuiamo a fotografare?” Se è già stato tutto fotografato dai grandi autori. Forse per diventare dei “grandi autori” fotografando ciò che non è stato ancora fotografato??? Bell’enigma. Io credo che si continuino a fotografare le stesse cose nell’intento di trovare una chiave personale per trasmettere lo stesso messaggio. Per arrivare a quella parte di persone che non lo hanno recepito tramite altre immagini. Ah! Nessuno scriva: fotografo per me stesso!!! A meno che non abbia un HD (o un catalogo cartaceo) pieno di foto che non ha mai esposto o condiviso. Solo in questo caso! Altrimenti è come tutti: c’è una parte personale in fase di scatto ed una interpersonale quando “mostra” il risultato. Ciao Carlo.

    • Ciao Carlo, siamo d’accordo su tutto credo. Ti prometto che scriverò un articolo proprio sul tema che hai suggerito, lo trovo interessante e stimolante. Ti ringrazio.
      Credo anche che si debba per quel che si sa, aiutare chi ne sa meno. Il punto era giudicare senza conoscere! Grazie per lo spunto, ciao

  4. Un noto professionista (italiano), si diverte a postare sui blog (sotto mentite spoglie…) foto di famosi autori. Che regolarmente vengono lapidati, dai fotografer esperti che popolano il web…
    Purtroppo, la cultura e l’umiltà latitano…
    C’è chi, oggi compra una reflex, e dopo un mese (a volte anche meno), propone dei ws come master. Quindi, aspettiamoci, come minimo, critiche… nei confronti dei grandi…

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