Siamo un paese di impreparati competenti.

Siamo un paese di impreparati competenti.

Stravolti ed esposti ad informazioni di ogni genere, facilitati da internet  e dalla tecnologia in generale, ci sentiamo tutti uguali da dietro i pc.

Autocompiacimento e egotismo: tutti sanno tutto.

Quattro cazzate sulla fotografia nel web e nel circolo di paese, quattro foto con più di 30 like e siamo convinti di poter discutere a pari di tutti.

Gridiamo su facebook le nostre posizioni e gridiamo allo stesso modo in faccia ad un critico di settore o un panettiere.

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Spesso il web non aiuta in questo senso. Si risponde alle discussioni senza effettivamente sapere con chi ci si interfaccia e forse manco ci interessa, sappiamo tutto.

La considerazione che si da al panettiere e al critico, è la stessa per il medesimo motivo che ho spiegato sopra. Questo porta ad un’esponenziale crescita di convinzioni sbagliate e l’ignoranza settoriale dilaga.

Succede anche in fotografia.

Il riconoscimento e la valorizzazione della competenza, nulli. Tutti uguali, l’appiattimento della considerazione.

Eppure la diffusione di notizie avrebbe dovuto portare ad un pubblico sapiente.

Invece no, siamo non informati e sempre incazzati, tutte le opinioni hanno pari valore e si è d’accordo solo con chi la pensa uguale a noi (a prescindere da chi sia), voglio conferme su quello che credo, voglio la conferma di quanto “sono bravo”, non confronti che mettano in discussione la mia tesi, le mie foto.

Tutte le discussioni diventano zuffe, eppure dal vivo, nei miei numerosi incontri, non mi capita praticamente mai di avere particolari scontri. Sul web, il caos.

Onanismo virtuale.

Ciao Sara

 

27 pensieri su “Siamo un paese di impreparati competenti.

  1. Condivido in pieno. Ma non ti incazzare: era già così ai tempi di Mozart, eppure non esisteva il web. Consoliamoci con una buona notizia: se gli americani hanno votato con la pancia i francesi hanno usato la testa. Buona giornata, Salvatore

  2. Sono “contento” di quello che leggo in questo articolo, sto sviluppando un progetto fotografico proprio su questo atteggiamento nel web.

  3. https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsCiao Sara, accidenti, hai proprio ragione!!! Ma come diceva qualcun altro in un post sopra: è così in tutti gli ambienti! Mi permetto di fare un esempio: sono un vecchio freeclimber (ho iniziato nel ’85 e scalo tutt’ora quindi 32 anni) che ha fatto dell’arrampicata una professione. Ho sempre scalato a livelli alti e insegnavo ad arrampicare in una delle palestre più importanti di Torino. Bene, bazzicavo sui forum che parlavano di montagna (arrampicata, alpinismo ecc) e spesso mi ritrovavo a leggere post che affermavano una cosa piuttosto che un’altra, spesso delle minchiate colossali!! Un giorno iniziai un Topic col titolo: Che grado fai? (parlo di gradi di difficoltà in arrampicata). Si incazzarono tantissimo e ovviamente nascosti dietro un nickname mi aggredirono e mi dissero che io ero il solito presuntuoso saccente e perché facevo certi gradi avevo la presunzione di parlare. Insomma mi sembrava di aver sollevato il coperchio di un cesto pieno di serpi incazzate! La mia era una provocazione è ovvio perché volevo fare capire alle persone che solo chi si muove su certi terreni e conosce la materia con cognizione di causa ed esperienze dirette può parlare di alcuni argomenti.
    Scusa per il pistolotto ma in fotografia ci rivedo le stesse persone. Quelle che scattano una manciata di fotografie, quelle che usano instagram per pubblicare quello che mangiano e quello che cagano che poi sotto una fotografia di Giovanni Gastel scrivono: maaaa, io l’avrei scattata così, io l’avrei fatta cosà o peggio ancora scrivono che le loro fotografie non sono assolutamente da meno di quelle di altri importanti autori!
    un bacione Sara!
    mauri
    PS: comunque ora nono sono più iscritto in nessun forum. Continuo a fare fotografie cercando sempre di migliorare. Osservo le foto dei “grandi” in silenzio e tengo in considerazione le critiche sui miei lavori solo da chi riconosco che ha le credenziali per farlo: foto editor, fotografi professionisti o anche non professionisti ma che comunque hanno esperienza e capacità!

  4. Concordo, è difficicile discutere costruttivamente sui social, poi considera che la fotografia ha già un pubblico selezionato, se parli di altri temi trovi spesso gente con un’idea sola e assoluta (e 1 neurone).
    Complimenti per la chiusura “Onanismo visrtuale” è un verso che potrebbe stare in una poesia della Patrizia Valduga. 🙂

  5. Mah…non credo che siamo tutti impreparati o incompetenti, anche se è vero che il web ed i social non permettano discussioni di sorta foss’anche per il fatto che discutere scrivendo è ben diverso da farlo visu a visu. Nella comunicazione scritta si perdono molte “informazioni” e essa stessa si presta spesso ad equivoci e quant’altro. Personalmente evito di partecipare a discussioni sui social, preferisco farlo di persona e se non è possibile non mi importa, passo oltre. Anche al mio Club fotografico abbiamo scelto di non commentare le foto sul nostro gruppo facebook, lo facciamo solo alle serate dedicate dove le foto vengono commentate senza sapere chi è l’autore e solo alla fine questo viene chiamato a rivelarsi. Vedo molte persone preparate e competenti e maggiore è la loro preparazione, anche tra i professionista, maggiore è la loro umiltà. Non hanno bisogno di “urlare”, di “sbraitare” chi sono, essi “sono” e basta. La loro preparazione e competenza emerge e traspare dai loro lavori. L’unica cosa che posso lamentare è che, aimé, in certi ambienti a volte vengono “spinti” amici o “persone gradite” a discapito di altre più meritevoli. Basta evitare tali ambienti e percorrere la propria strada con umiltà e senza mai smettere di prepararsi e di imparare.

    • Ciao, io non parlavo della quantità di competenti in Fotografia. Certo che ce ne sono. Piuttosto della quantità di incompetenti che si sentono competenti. Non parlavo nemmeno di umiltà e di atteggiamento di chi sa, piuttosto di chi non sa e crede di sapere. Ciao Sara

  6. Atteggiamento diffuso sui social quando si parla di fotografia, di politca, di cultura, di sport (qualunque), ecc.. Il web da la possibilità a tutti di ritagliarsi 5 minuti di vanagloria e lo si fa urlando e insultando. La competenza in Italia non ha più valore (in qualsiasi campo professionale e non) distrutta da anni di clientelismo che hanno umiliato le persone che hanno competenze. Questa è il nostro paese, sigh!

    Poi meno male che esistono posti come musa 😉

  7. Ciao, io penso che sia la cifra “stilistica” del mondo di oggi. Con internet, i social network e i mezzi di comunicazione la conoscenza si è certamente allargata, ma paradossalmente questa estensione ha anche privato la capacità di andare in profondità e si è diventati tutti più superficiali. Tutto si è appiattito su determinati stilemi e questo si riverbera in molti ambiti non solo in quello della fotografia. La tendenza del momento, il modo di agire, di vestirsi, di parlare, di atteggiarsi … tutto è omogeneizzato e omologato, tutto uguale a se stesso, autoreferenziale.
    L’ipotetica sapienza di un pubblico più acculturato non necessariamente è sinonimo di saggezza. Nella natura della saggezza è insito anche il concetto di umiltà, di rispetto delle competenze degli altri, della capacità di ascoltare e di imparare dagli altri, della capacità di rimanere in silenzio …

    … “Immagini il silenzio se tutti dicessero solo quello che sanno?” (Karel Capek)

    Credo anche, e soprattutto, che oggi manchi essenzialmente un “sano individualismo” che non significa egocentrismo, ma semplicemente la capacità di essere se stessi, di esprimere quello che si è veramente.
    Invece di accettare quello che siamo, con in nostri difetti e limiti, che ci rendono diversi gli uni dagli altri, aderiamo, più o meno consapevolmente, ai modelli di voga: i prototipi della competizione, del vincere a tutti i costi, di emergere … ma se siamo tutti uguali come emergiamo?
    Nel web posso non citare Il mio nome e cognome e quindi non mettendoci la faccia mi sento autorizzato ad essere arrogante, aggressivo, incazzato, irrispettoso … tiro il sasso e nascondo la mano … però a pensarci bene questo lo sanno fare anche le scimmie urlatrici dell’Amazzonia … pur essendo nostre lontane parenti potremmo almeno provare ad essere diversi da loro.
    Nel mondo della fotografia avviene la stessa cosa, per fortuna non sempre.
    Scusate la mia verbosità.
    Ciao e grazie.

    • Che bella sintesi Marco. La penso come te, sono d’accordo, sapienza non è sinonimo di saggezza. L’ essere me stessa ha portato bene e male. È dura essere sé stessi. Lo faccio ma pesa e rallenta me e la mia fotografia. Ciao grazie.

      • Lo so, anche io nei miei lavori fotografici sono diventato lentissimo, a volte troppo lento. Per fortuna, però, me lo posso permettere perché lo faccio per diletto.
        Comprendo invece benissimo la tua difficoltà essendo tu una professionista.
        Però posso dirti una cosa che può esserti di conforto? Si vede la differenza nella qualità delle fotografie. Continua così, regalaci ancora le tue visioni!
        Ciao e buonanotte.

  8. https://polldaddy.com/js/rating/rating.jsCiao Sara,
    Sono un appassionato di fotografia e proprio stamattina ti ho scoperto , ho visto qualche tuo scatto e letto qualcosa del tuo blog e qualche cenno della tua carriera da fotografa e scrittrice, penso che dovresti essere di ispirazione per molti appassionati .
    Riguardo al post che dire….spero che in futuro l’essere umano si evolva in positivo, ma non sono ottimista.
    Un caro saluto , Luca.

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