Dell’importanza di avere bravi maestri in fotografia.

 

Graciela Iturbide dice a proposito di Manuel Álvarez Bravo:

“Non è mai stato il mio professore o un insegnante, ma piuttosto un maestro nel senso più ampio della parola”.

Graciela Iturbide è una tra le fotografe più famose dell’America Latina. La Iturbide è nata in Messico, per il quale prova un profondo interesse e del quale ha grande conoscenza. Questo, combinato con uno straordinario talento visivo, le hanno permesso di creare un  percorso, come fotografa, pieno di poesia, magia e l’intimità. 

Spesso la Iturbide viene  legata al fotografo messicano Manuel Alvarez Bravo, suo maestro e mentore.

Alcune fotografie di Alvarez Bravo

Quando  lo accompagna nei suoi viaggi, Graciela  impara tanto, osservando il maestro.

Si rende conto che le immagini non sono il risultato di scatti casuali, del catturare momenti apparentemente insignificanti o isolati, ma  sono in realtà, il prodotto di tutto ciò che il fotografo ha imparato nella sua vita – non solo relativamente alla fotografia.

Graciela non ha mai cercato di imitare il suo  maestro, piuttosto lo ha osservato con molta attenzione sviluppando, in seguito, la propria carriera artistica.

Manuel Álvarez Bravo ha sicuramente dato alla Iturbide l’impulso per intraprendere il proprio percorso.

Più di ogni altra cosa, a colpirla era la sensibilità di Bravo – il suo modo di ottenere immagini  “senza disturbare la gente”, cosa che dice, la accompagnerà tutta la vita.

La fotografa instaura un rapporto molto stretto e profondo con la gente che fotografa. Graciela si prende tempo per conoscere bene l’ambiente e interagisce con la “sua” gente. Le immagini per il suo libro “Juchitán” sono state scattate nell’arco  di circa sei anni, per esempio.

Amo molto il suo modo di fotografare e oltre alle fotografie che vi mostro immediatamente qui sotto, amo in particolar modo il lavoro che ho allegato in fondo alla pagina.

Alcune fotografie del libro

Alcuni consigli della Iturbide su come diventare fotografi

1.Trovare un mentore e imparare dalla sua esperienza

2.Osservate con attenzione e lasciatevi guidare dal vostro intuito

3.Sapere quando è arrivato il momento giusto per porre fine alla relazione con il proprio mentore o  insegnante ,per crescere come artista con molta pazienza

4.Lavorate sodo

5.Siate consapevoli delle vostre capacità e delle influenze avute

6.Trattate i soggetti con rispetto e create una sorta di complicità con loro al fine di ottenere immagini intime che portino all’essenza di un certo luogo e della sua gente

7.Non cercate di essere originali ad ogni costo

Fotografie dal lavoro Cuaderno de Viajes

Qui un’intervista molto interessante, realizzata da Rosa Maria Puglisi nel suo blog Lo specchio incerto

Biografia dal sito della fotografa

Graciela Iturbide was born in Mexico City. In 1969 she enrolled at the age of 27 at the film school Centro de Estudios Cinematográficos at the Universidad Nacional Autónama de México to become a film director. However she was soon drawn to the art of still photography as practiced by the Mexican modernist master Manuel Alvarez Bravo who was teaching at the University. From 1970-71 she worked as Bravo’s assistant accompanying him on his various photographic journeys throughout Mexico.

In the early half of the 1970s, Iturbide traveled widely across Latin America in particular to Cuba and several trips to Panama.

In 1978 Iturbide was commissioned by the Ethnographic Archive of the National Indigenous Institute of Mexico to photograph Mexico’s indigenous population. Iturbide decided to document and record the way of life of the Seri Indians, a group of fisherman living a nomadic lifestyle in the Sonora desert in the north west of Mexico, along the border with Arizona, US.

In 1979 she was invited by the artist Francisco Toledo to photograph the Juchitán people who form part of the Zapotec culture native to Oaxaca in

southern Mexico. Iturbide’s series that started in 1979 and runs through to 1988 resulted in the publication of her book Juchitán de las Mujeres in 1989.

Between 1980 and 2000, Iturbide was variously invited to work in Cuba, East Germany, India, Madagascar, Hungary, Paris and the US, producing a number of important bodies of work.

She has enjoyed solo exhibitions at the Centre Pompidou (1982), San Francisco Museum of Modern Art (1990), Philadelphia Museum of Art (1997), Paul Getty Museum (2007), MAPFRE Foudation, Madrid (2009), Photography Museum Winterthur (2009), and Barbican Art Gallery (2012), between others. Iturbide is the recipient of the W. Eugene Smith Memorial Foundation Award, 1987; the Grand Prize Mois de la Photo, Paris, 1988; a Guggenheim Fellowship for the project ‘Fiesta y Muerte’, 1988; the Hugo Erfurth Award, Leverkusen, Germany, 1989; the International Grand Prize, Hokkaido, Japan, 1990; the Rencontres Internationales de la Photographie Award, Arles, 1991; the Hasselblad Award, 2008; the National Prize of Sciences and Arts in Mexico City in 2008; an Honorary Degree in photography

from the Columbia College Chicago in 2008; and an Honorary Doctorate of Arts from the San Francisco Art Institute in 2009.

She continues to live and work in Mexico City. Currently she is preparing an exhibition of her new work at the Amparo Museum in Puebla, Mexico that will be in February 2013.

Spero vi sia piaciuta, lei e Alvarez Bravo.

Ciao

Sara

3 pensieri su “Dell’importanza di avere bravi maestri in fotografia.

  1. Ciao,
    è una fortuna riuscire ad incontrare un Maestro, anche in senso lato. Poi capita anche che ci passa vicino, o lo abbiamo addirittura davanti, ma non riusciamo a vederlo o riconoscerlo come tale. Per non parlare di quei Maestri che li abbiamo a portata di mano, magari quotidianamente, e che proprio a causa di una frequentazione amichevole non li percepiamo come tali perché ci aspettiamo che i veri Maestri siano soltanto quelli famosi e irraggiungibili.

    Sollecitato dal tuo scritto, sono andato a rivedere la monografia di Manuel Alvarez Bravo de “I Grandi Fotografi”- serie argento – e nella presentazione “ Messaggio e non Documento” di Giuliana Scimè ho trovato questa bella citazione di Diego Rivera che riguarda Alvarez Bravo:

    “Una profonda e delicata poesia, una sottile e disperata ironia emanano dalle sue fotografie, come quelle particelle che, sospese nell’ aria, rendono visibile il raggio di luce che penetra in una stanza immersa nelle tenebre. “

    Sono andato a vedere anche le fotografie di Graciela Iturbide: si vede e, soprattutto, si “sente” quando un autore ha avuto la scuola di un grande Maestro.

    Marco

    • Ciao Marco. Quanto hai ragione. Inoltre, in qualche caso, cerchiamo così tanto figure a cui ispirarci che confondiamo le cose e attribuiamo doti grandiose a persone mediocri. Ti ringrazio tanto per la tua attenzione. Buona giornata a te!

      • Vero anche questo!
        Anche perché di imbroglioni da Luna Park di periferia che si fanno passare per qualcosa d’altro è pieno il mondo. Se non si hanno le antenne dritte se ne diventa facili prede.
        Ciao

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