“Fotografia consapevole”, da leggere.

copertina

Simona Guerra, attraverso un percorso  legato alle proprie esperienze personali, talvolta anche forti, ci racconta come la “Fotografia” possa passare da oggetto (nel suo caso la aveva maneggiata per lavori e studio) a luogo dove cercare e scoprire sé stessi. Simona descrive l’evolversi del linguaggio fotografico affrontando quelle che l’autrice considera le “nuove possibilità” della fotografia se usata in modo consapevole. Definisce consapevole quella fotografia che ha come “motivo d’essere l’esperienza sensoriale delle cose della nostra vita” e ancora il mezzo per “colmare l’inquietudine che caratterizza la vita dell’uomo”.

L’autrice distingue la fotografia terapeutica da quella che definisce consapevole passando anche per un interessante excursus sul rapporto tra fotografia e mercato dell’arte.

Ricche di spunti le considerazioni sulla fotografia usata così come si utilizza la parola scritta. Un testo semplice e piacevole da leggere attraverso il quale l’autrice, partendo dalla propria vita, ci svela la sua opinione sul “trasformarsi della fotografia” ad un mezzo sempre più al servizio delle persone che decidono di sfruttarla come mezzo per prendere appunti sulla propria esistenza. Simona vi invita al dialogo, in una postilla finale, si dice pronta a discutere il suo lavoro…la trovo un’intelligente  conclusione. Consiglio la lettura, ciao Sara

Autrice: Simona Guerra

Fotografie di Simona Guerra; Wilson Santinelli
Formato: 15×21 cm

pagg. 116 / saggio illustrato / brossura

ISBN 978-88-99359-02-7 Edizioni Micropress, 2016

Prezzo: Euro 15,00

4 pensieri su ““Fotografia consapevole”, da leggere.

  1. Peccato che questo libro sia un valido esempio di copia e incolla di testi molto più legittimati sulla fotografia terapeutica. Peccato che sia un tentativo di convalidare qualcosa che di fatto non ha senso.

    • Ciao Antonello, mi dispiace che non ti sia piaciuto, come dico nel piccolo articolo, è un testo semplice e certamente ci sono testi più legittimati, ma non è male, secondo me! Ciao a presto spero, Sara

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