Intervista a Cristina Vatielli

Attualmente in mostra alla Galleria del Cembalo di Roma insieme a Gilbert Garcin, la giovane fotografa Cristina Vatielli, si è gentilmente prestata a rispondere ad alcune nostre domande sul suo approccio e sul suo modo di intendere la fotografia.

Vi presentiamo l’autrice con qualche sua immagine e una breve biografia.

Cristina Vatielli é una fotografa italiana che vive e lavora a Roma. Ha iniziato la sua carriera fotografica come assistente e post-produttrice per diversi fotografi di fama internazionale e collabora dal 2004 con il fotografo Paolo Pellegrin membro della Magnum Photos. E’ stata rappresentata dall’agenzia fotografica Prospekt e attualmente lavora come freelance. I suoi lavori si dividono tra reportage di carattere storico sociale e progetti di ricerca personale, tra cui un progetto a lungo termine sulla Memoria della Guerra Civile in Spagna. Ha collaborato con le maggiori testate italiane e internazionali e alcuni dei suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti tra cui l’IPA (International Photography Awards), il MIFA (Moscow international Foto Awards) e il Sony Awards.

 

D: Quando si è accorta che la fotografia era il mezzo più adatto a lei per comunicare ?

R: Credo sia sempre stato un crescendo. Mi sono avvicinata alla macchina fotografica da piccola, avendo mio padre con la passione per la fotografia. Ho deciso di approfondire il mezzo, di lavorare come assistente per altri fotografi, i quali mi hanno dato la possibilità di capire sempre di più la potenza di comunicazione della fotografia. Sicuramente la conferma è avvenuta dopo il mio primo reportage in Spagna su la Memoria della Guerra Civile: dare voce a chi non ne ha, raccontare storie taciute, emozioni e ricordi. Quando ho visto ceh tutte le sensazioni provate in prima persona nel vivere e documentare tali storie, arrivavano a chi guardava le fotografie scattate, ho capito di aver trovato la giusta via.

D: Quanto delle esperienze che ha avuto nella vita sono consciamente nelle sue fotografie?

R: Personalmente direi tantissime. Le esperienze fatte mi hanno portato a scegliere di raccontare una storia o l’altra. Ogni mio lavoro personale parte da qualcosa di vissuto in prima persona.

D: Quanto pensa che la propria esperienza condizioni il proprio lavoro fotografico?

R: Per me la vita privata è imprescindibile da quella fotografica. Quando decido di raccontare una storia, è perchè in qualche maniera mi rievoca sensazioni, ricordi o fa parte in qualsiasi modo della mia vita.

D:  Se, di fronte ad una sua foto, l’interpretazione del fruitore è completamente differente dalle sue intenzioni fotografiche, cosa pensa?

Parto sempre dal presupposto che siamo diversi e che anche la fruizione di un messaggio può avere svariate sfumature. Cerco di capire le motivazioni e spesso sono veri arricchimenti, se la critica o la differente interpretazione ha delle valide motivazioni. Credo che sia proprio la parte più interessante del nostro lavoro, essere aperti alle diverse visioni.

D:  Quando si dovrebbe smettere di fotografare: quando riteniamo di non aver più qualcosa da dire o quando non ne traiamo più piacere esclusivamente personale?

R:  Penso che le cose vadano insieme. Ci sono momenti nella vita in cui non si hanno input né esterni né interni e l’ispirazione non arriva, è giusto fermarsi, ciò non vuol dire che poi non si riprenda a fotografare. Se non si ha più il piacere, come in tutti i lavori, le cose si fanno male e a quel punto sicuramente è meglio non farle.

Se desiderate approfondire la conoscenza dell’autrice, questo è il suo sito:  www.cristinavatielli.com

A presto con nuove interviste!

Anna

2 pensieri su “Intervista a Cristina Vatielli

Dicci cosa ne pensi...