Dall’era dei 36 scatti….(dietro una foto)

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Jonas Bendiksen (che trovate anche tra gli autori contemporanei segnalati da questo blog) è un fotografo norvegese sulla soglia dei 40anni, vent’anni fa riuscì ad ottenere uno stage presso la sede londinese di Magnum Photos, dove oltre a fare the, caffè, rispondere al telefono e correre avanti ed indietro dagli uffici postali a ritirare e consegnare plichi, ha assorbito tutto quanto poteva dal trovarsi ogni giorno nell’archivio di cotanta agenzia, ricevendo, a suo dire, della miglior educazione fotografica che avrebbe potuto desiderare.

Al termine dell’apprendistato, partì per la Russia per provare a diventare egli stesso un fotografo, magari con l’intento di inserire le proprie immagini in quell’archivio che tanto gli aveva insegnato.

Si innamora dell’ex Unione Sovietica e finisce per viverci alcuni anni; in questo periodo cattura le immagini che nel 2006 pubblicherà nel suo primo libro: “ Satelliti : fotografie ai margini della ex Unione Sovietica”

L’immagine che è divenuta la copertina del volume, è una delle poche scattate con pellicola negativa anziché le consuete diapositive, “…penso che quel giorno le avessi terminate (le dia ndr) e quindi approfittavo di qualsiasi cosa trovassi sul fondo della mia borsa…”

Eccoli là, piantati nel territorio dell’Altaj, i resti del secondo stadio della Soyuz circondata da una nuvola di farfalle bianche, mentre i contadini locali si prodigavano a smontarla per recuperare il metallo.

“ …ho sprecato meno di un rullo. Ho premuto il pulsante di scatto tre volte, riprendendo la scena dall’angolazione e composizione di base dalle quali ho poi ricavato la selezione finale…”

Riguardare quei provini a distanza di un decennio, provocò in Jonas un senso di nostalgia; nostalgia dei propri inizi, di tutto quello che intorno sembrava nuovo, dell’era del “risparmia pellicola che rimangono solo 36 scatti” …”Chissà se riuscirò mai ad avere la stessa genuinità di quei primi anni, quando tutto era così fresco e quando una navicella spaziale appena schiantatasi, circondata da contadini, non mi sembrava poi una cosa tanto fuori dall’ordinario; niente che valesse più di due rulli di pellicola”

Per dovere di informazione, le immagini di Jonas Bendiksen hanno raggiunto l’archivio da dove è partito

Angelo

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