Diane Arbus

 

Diane Arbus, nata Diane Nemerov (New York, 14 marzo 1923 – Greenwich Village, 26 luglio 1971), è stata una fotografa statunitense di origini russe.

La gioventù (1923-1945)

Diane Nemerov nasce in seno ad una ricca famiglia ebrea di New York proprietaria della catena di grandi magazzini Russek’s: il padre è David Nemerov e la madre Gertrude Russek. È la seconda di tre figli: il fratello maggiore, Howard Nemerov, più grande di Diane di tre anni, diventerà noto come uno dei maggiori poeti americani; la sorella minore, Renée, è una scultrice. Anche il padre David, dopo essersi ritirato dagli affari farà il pittore, con un discreto successo commerciale. Dal 1930 Diane frequenta la “Ethical culture school” a New York e negli anni successivi la Fieldston School. A soli 14 anni conosce Allan Arbus, di cinque anni più anziano, all’epoca commesso da Russek’s, e se ne innamora. Il rapporto non è ben visto dalla famiglia di Diane, ma lei lo sposerà appena compiuti i 18 anni, il 10 aprile del 1941. Tuttavia i Nemerov rimangono in buoni rapporti con la figlia. Il primo lavoro dei giovani sposi è un servizio fotografico pubblicitario per la catena del padre, i Grandi Magazzini Russek’s. Diane è considerata una ragazza molto dotata ed è incoraggiata a prendere lezioni private di disegno, ma pur di sposare Allan non esita rinunciare all’università. Durante la seconda guerra mondiale Allan fa il servizio militare lavorando come fotografo per l’esercito. Alla fine del 1944 Allan è in Birmania, il 3 aprile 1945 nasce la figlia Doon Arbus. In quel periodo Diane torna a stare in casa dai suoi genitori.

Diane e Allan Arbus fotografi (1945-1959)

Alla fine del conflitto Allan e Diane decidono di fare i fotografi, visto che nel 1941 si erano già occupati brevemente di moda e Allan aveva accumulato una notevole esperienza come fotografo nell’esercito. All’inizio sembra che Diane si limiti a fare da assistente ad Allan; lo studio comunque si chiama “Diane & Allan Arbus”. La Arbus studierà fotografia brevemente con Berenice Abbott nel 1947, poi con Brodovitch nel 1955, infine con Lisette Model, con cui studia nel 1956 e nel 1957. In una intervista a Newsweek Diane racconta così la sua amicizia con la Model: “Finché non studiai con Lisette sognavo di far fotografie, ma non le facevo davvero. Lisette mi disse che dovevo divertirmi nel farlo…”. Le esperienze con Aleksej Česlavovič Brodovič, Art Direcor di Harper’s Bazaar, alla New School for Social Research e con Berenice Abbott le sono state utili, ma i migliori risultati sono sicuramente dovuti all’insegnamento della Model.

È proprio grazie all’esperienza con Lisette che Diane supera la sua timidezza e trova il coraggio di fotografare i soggetti che desidera. Il primo servizio pubblicato dalla coppia è del 1947, su Glamour. È un servizio sui pullover. Con Glamour lavoreranno spesso negli anni successivi, ma anche con le riviste Seventeen e Vogue. Nel 1951 Diane e Allan lasciano per un anno il lavoro sulla moda per un viaggio in Europa. Il 16 aprile del 1954 nasce la seconda figlia Amy Arbus. Diane per il parto rifiuta l’anestesia, e si dice che abbia descritto la cosa come una delle migliori esperienze della sua vita. In questi anni Diane conosce un giovane fotografo, allora ai primi passi, un certo Stanley Kubrick. Nel 1955 una foto di Diane e Allan, un padre che legge il giornale al figlio, sdraiato sul letto, è esposta nella monumentale mostra di Edward Steichen The Family of man (La famiglia dell’uomo). Diane collaborerà con il marito Allan solamente fino al 1956, anche se ancora per qualche anno appariranno fotografie che continuano a riportare i crediti di entrambi.

Ancora alla fine degli anni Cinquanta Diane lavora con una Nikon 35mm. “Dapprincipio mi piaceva la grana. Ero affascinata dal suo effetto nella stampa, perché tutti quei piccoli punti formavano un arazzo e ogni dettaglio andava letto attraverso di essi. La pelle era come l’acqua e il cielo, si aveva più a che fare con la luce e l’ombra che con carne e sangue”, dirà in una intervista anni dopo (Aperture 1972, trascrizione di una lezione del 1971). Nel 1957 il padre di Diane, David Nemerov, lascia la presidenza dell’azienda di famiglia e da pensionato si dedica con un discreto successo commerciale alla pittura. Nel 1958 in una mostra vende quarantadue quadri a olio. Diane e Allan conoscono anche Robert Frank e la moglie Mary, nel 1958, nel pieno delle riprese di “Pull my daisy”; Allan, che ha sempre desiderato fare l’attore, ha una piccola parte nel film. Nel periodo fra il 1957 e il 1960 Diane scopre l’Hubert’s Museum, un “baraccone” situato all’angolo fra la 42^ e Broadway, dove si esibisce una serie di bizzarre figure che la Arbus fotograferà più volte negli anni. Più o meno in questo periodo il matrimonio di Diane e Allan va in crisi. I due si separano nel 1959, ma informano la famiglia di lei solo tre anni dopo. Divorziano dieci anni dopo, nel 1969.

Dopo la separazione dal marito Allan (1959-1965)

Diane conosce Emile De Antonio, distributore del film di Robert Frank “Pull my daisy”. Emile, detto “De” fa vedere alla Arbus Freaks, il film del 1932 di Tod Browning, già divenuto un cult movie. Visti i soggetti della Arbus è sicuramente uno dei film che maggiormente si avvicinano alla sua estetica. Si dice che lo abbia visto e rivisto molteplici volte. Un altro luogo in cui ritroviamo spesso Diane Arbus a fare fotografie è il Club ’82, situato nella lower Manhattan e frequentato da una serie di figure molto particolari. Fra i primi soggetti fotografati dalla Arbus in questi anni si contano “Miss Stormé de Larverie, la donna che si veste da uomo”, e “Moondog”, un gigante cieco con una grande barba e corna da Vichingo che passa otto ore al giorno fra la 50ma ovest e la Sixth Avenue. Va notato che Arbus non si limita a fotografare di sfuggita questi personaggi, ma instaura con loro un vero rapporto di amicizia, talvolta anche profondo. Molti di loro vengono fotografati più volte nel corso degli anni, come accade all’uomo messicano affetto da nanismo “Cha cha cha”, nome d’arte di Lauro Morales, ritratto in una delle foto più famose della Arbus.

Le prime foto dell’uomo sono del 1960, ed è ancora la Nikon 35 mm la macchina usata; fino a quella divenuta famosa del 1970 fatta con la Mamiya, una macchina medio formato. Anche molti dei protagonisti dell’Hubert’s Museum, il baraccone delle meraviglie nella 42ma strada, sono ritratti spesso dalla Arbus. Anche se inizialmente viene vista con sospetto dai soggetti, riesce spesso ad instaurare con le persone fotografate un rapporto di intimità, e ad essere accettata da loro. La sua prima pubblicazione è “The Vertical Journey”, sei foto pubblicate nel 1960 sulla rivista Esquire. A questo segue nel 1961 “The full circle” su Harper’s Bazaar. I suoi soggetti rappresentano una scelta così inconsueta che vengono pubblicati solo grazie all’insistenza di Marvin Israel, suo caro amico (e suo amante, secondo la biografia della Bosworth), che all’epoca è appena diventato art director per la rivista.

Pare che Nancy White, redattore capo di Harper’s Bazaar, fosse contraria alla pubblicazione. In effetti il risultato immediato fu qualche disdetta dell’abbonamento alla rivista. Va notato come entrambi i titoli siano anche raffinate citazioni di letteratura. “The vertical Journey” del viaggio di “Alice nel paese delle meraviglie”, e “The full circle” di Shakespeare (Il cerchio completo. Chi è colui che mi può dir chi sono?) Il 1962 è l’anno del passaggio alla Rollei, non senza qualche difficoltà iniziale. La Arbus sviluppa anche un nuovo filone di interesse, quello per i nudisti. Sempre nel 1962 “Show” pubblica le foto di Mae West della Arbus, che sembra però non siano piaciute molto alla diva. Le difficoltà con i soggetti ritratti per i lavori su commissione, che non gradiscono affatto il modo con cui la Arbus li ritrae, saranno una delle costanti del suo lavoro. Nel 1963 Diane Arbus vince la sua prima borsa di studio della Guggenheim. In questi anni  In questi anni frequenta il famoso fotografo di moda Richard Avedon. Fra il 1964 e il 1965 Diane Arbus è spesso in giro per New York a fare fotografie.

Il MOMA e le borse di studio del Guggenheim (1965-1969)

Nel 1965 il MOMA presenta tre fotografie della Arbus in una mostra dal titolo “Acquisizioni recenti”. L’anno prima le aveva acquistato sei immagini (più una in regalo). La reazione del pubblico non è di indifferenza. Spesso le fotografie dovevano essere pulite dagli sputi dei visitatori. Nel 1965 Diane tiene un corso di fotografia alla Parson school of design. Invece di far studiare l’arte sui libri la Arbus porta gli studenti a vedere le opere nei musei. Nel 1966 Diane è in Giamaica, fotografa per il New York Times delle foto di moda per bambini. Nel 1967 il MOMA espone trenta sue foto nella mostra “New Documents” insieme a foto di Gerry Winograd e Lee Friedlander.

La mostra è un grande successo, nonostante le polemiche che la accompagnano. L’etichetta di “fotografa di mostri” che le viene cucita addosso non piace a Diane. Secondo la Bosworth, Diane ha sempre sofferto di crisi depressive, ma a causa di un’epatitecontratta nel 1968 – causata forse dall’abuso di farmaci – smette di prendere gli antidepressivi. Nell’aprile del 1969 è a Londra, fotografa per le riviste Nova e il Sunday Times. Su Nova escono le sue foto di sosia di personaggi famosi: sono gli anni in cui Diane si vede spesso alle manifestazioni pro e contro la guerra in Vietnam. Alla fine del 1969 la Arbus si trasferisce al Wesbeth, un condominio di New York che per statuto accetta solo artisti.

Un corso per una Pentax (1970-1971)

Nel 1970 prova la Pentax 6×7 di un suo amico fotografo, Hiro. Ne rimane entusiasta, le proporzioni sono circa le stesse delle lastre 8×10 dei banchi ottici usati nelle foto di moda. Inoltre la visione attraverso il mirino le ricorda quella di “una grande 35mm”. Per poterla acquistare organizza un corso di fotografia a cui partecipano 28 allievi, fra cui troviamo anche Eva Rubinstein, figlia del grande pianista Arthur Rubinstein destinata a diventare anche lei una grande fotografa. La Arbus è ormai un mito fra i giovani fotografi. Nel 1970 Art Forum pubblica le sue foto. È molto insolito per un mensile che di solito si occupa di arte astratta. Nel 1970 Diane inizia a fotografare dei disabili in un istituto. Come suo solito non si tratta di una sola sessione fotografica, ma vi tornerà diverse volte. È la serie che diventerà nota dopo la sua morte con il titolo di “Untitled”. La Arbus confiderà a Lisette Model di aver cambiato idea sui risultati ottenuti.

Dice la Model: “Inizialmente ne era molto contenta, ma ora le sembrava di avere perso il controllo della situazione”. Fra gli ultimi soggetti della Arbus vi sono però anche le prostitute e i clienti di alcuni bordelli sadomaso. Di questi lavori sono noti solo pochi scatti. Ormai la depressione di cui ha sempre sofferto si è fatta più grave. Pare aver perso l’interesse nella fotografia. Anche il crescente carico di responsabilità connesso al successo sembra contribuire a schiacciarla. Il 26 luglio 1971 si suicida ingerendo una forte dose di barbiturici e tagliandosi i polsi nella vasca da bagno. La troveranno un paio di giorni dopo, con il corpo già in avanzato stato di decomposizione.

Dopo la sua morte

Nel 1972 inizia la consacrazione di Diane Arbus. Prima la Monografia della Aperture e poi l’esposizione delle sue foto alla Biennale di Venezia, una partecipazione decisa dalla Arbus poco prima della sua morte, la proiettano direttamente nell’Olimpo dei grandi. Fra le grandi mostre della Arbus dopo la sua morte ricordiamo solo “Diane Arbus Revelations” del 2004, che per la prima volta rende disponibile al pubblico una grande quantità di documenti biografici e molte foto precedentemente mai pubblicate.

Fotografie famose

Le fotografie per cui la Arbus è oggi maggiormente conosciuta sono quelle che ritraggono gli esseri umani nella loro diversità, nello scostarsi dalla “normalità” data per scontata, una normalità a volte messa in discussione dalla stessa natura, a volte da scelte personali. Il suo approccio tuttavia non è mai voyeuristico, anzi, la consapevolezza della diversità non sminuiva i suoi soggetti, come avrebbe potuto avvenire facilmente. Nella maggior parte dei suoi ritratti i soggetti si trovano nel proprio ambiente, apparentemente a proprio agio; invece, è lo spettatore che è messo a disagio dall’accettazione del soggetto del proprio essere “freak”. Negli anni sessanta ricevette due borse di studio dalla Fondazione Guggenheim e insegnò fotografia in diverse scuole a New York e Amherst negli ultimi anni della propria vita. In seguito a sempre più frequenti crisi depressive, si tolse la vita il 26 luglio 1971.

La Arbus prediligeva le macchine fotografiche reflex medio formato che davano foto quadrate. Molte sue fotografie sono apparse su riviste come Harper’s Bazaar, Esquire e The Sunday Times. Ha studiato per molto tempo con l’amico Richard Avedon. Nel 2006 Nicole Kidman ha interpretato la fotografa nel film Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus diretto da Steven Shainberg. La storia (inventata) si propone di mostrare come Diane abbia potuto apprezzare il mondo della diversità entrando gradualmente nel mondo dei freaks.

Child with Toy Hand Grenade in Central Park, New York, (1962) – Un ragazzino magrissimo con le braccia lungo il corpo ma irrigidite. Nella mano destra regge una granata giocattolo, mentre la sinistra imita un artiglio. Il volto potrebbe essere descritto come maniacale. La Arbus catturò questa espressione facendo stare fermo il ragazzino, mentre lei continuava a muoverglisi attorno sostenendo che stava cercando l’angolo giusto. Dopo poco il ragazzo divenne impaziente e le disse di spicciarsi a fotografare, creando l’espressione che potrebbe sembrar comunicare che il ragazzo ha in mente la violenza, mentre stringe saldamente in mano la granata giocattolo; tutto sommato era un comune ragazzo intenzionato a giocare con la camera della Arbus.

Identical Twins, (1967) – Una foto di due giovani sorelle gemelle, una a fianco dell’altra, vestite di velluto. Una leggermente sorridente e l’altra leggermente imbronciata sono la caratteristica bipolare della fotografa stessa.

Jewish Giant at Home with His Parents in The Bronx, NY, 1970 – Una foto di Eddie Carmel, il “Gigante Ebreo”, ritratto nel suo appartamento assieme ai genitori molto più bassi di lui. Alcuni interpretano come la foto mostri che il corpo inusuale di quest’uomo non gli abbia impedito di avere una vita familiare normale e felice. Altri vedono una certa rigidità nella postura dei genitori e trovano che mostri un distacco tra Eddie e la sua famiglia, forse un’indicazione di disappunto o di tristezza per il suo strano aspetto e per la sua vita prevedibilmente breve; altri vedono nell’espressione della signora Carmel che guarda suo figlio la sorpresa, come se lo incontrasse per la prima volta.

Qua potete trovare un documentario sulla Arbus

Diane Arbus (March 14, 1923 – July 26, 1971) was an American photographer and writer noted for photographs of marginalised people—dwarfs, giants, transgender people, nudists, circus performers—and others whose normality was perceived by the general populace as ugly or surreal.

In 1972, a year after she took her own life, Arbus became the first American photographer to have photographs displayed at the Venice Biennale. Millions viewed traveling exhibitions of her work in 1972–1979. Between 2003 and 2006, Arbus and her work were the subjects of another major traveling exhibition, Diane Arbus Revelations.In 2006, the motion picture Fur, starring Nicole Kidman as Arbus, presented a fictional version of her life story.

Personal life

Arbus was born Diane Nemerov to David Nemerov and Gertrude Russek Nemerov, a Jewish couple who lived in New York City and owned Russek’s, a famous Fifth Avenue department store. Because of her family’s wealth, Arbus was insulated from the effects of the Great Depression while growing up in the 1930s. Her father became a painter after retiring from Russek’s; her younger sister would become a sculptor and designer; and her older brother, Howard Nemerov, would later become United States Poet Laureate and the father of the Americanist art historian Alexander Nemerov.

Diane Nemerov attended the Fieldston School for Ethical Culture, a prep school. In 1941, at the age of eighteen, she married her childhood sweetheart Allan Arbus.Their first daughter, Doon, who would later become a writer, was born in 1945; their second daughter, Amy, who would later become a photographer, was born in 1954. Diane and Allan Arbus separated in 1959, and were divorced in 1969.

Photographic career

The Arbuses’ interests in photography led them, in 1941, to visit the gallery of Alfred Stieglitz, and learn about the photographers Mathew Brady, Timothy O’Sullivan, Paul Strand, Bill Brandt, and Eugène Atget. In the early 1940s, Diane’s father employed them to take photographs for the department store’s advertisements.Allan was a photographer for the U.S. Army Signal Corps in World War Two.

In 1946, after the war, the Arbuses began a commercial photography business called “Diane & Allan Arbus”, with Diane as art director and Allan as the photographer.They contributed to Glamour, Seventeen, Vogue, Harper’s Bazaar, and other magazines even though “they both hated the fashion world”.Despite over 200 pages of their fashion editorial in Glamour, and over 80 pages in Vogue, the Arbuses’ fashion photography has been described as of “middling quality”. Edward Steichen’s noted 1955 photographic exhibit, The Family of Man, did include a photograph by the Arbuses of a father and son reading a newspaper. In 1956, Arbus quit the commercial photography business. Although earlier she had studied photography with Berenice Abbott, her studies with Lisette Model, which began in 1956 with her enrollment in one of Model’s classes taught at The New School, led to Arbus’s most well-known methods and style. She began photographing on assignment for magazines such as Esquire, Harper’s Bazaar, and The Sunday Times Magazine in 1959. Around 1962, Arbus switched from a 35 mm Nikon camera which produced grainy rectangular images to a twin-lens reflex Rolleiflex camera which produced more detailed square images. In 1963, Arbus was awarded a Guggenheim Fellowship for a project on “American rites, manners, and customs”; the fellowship was renewed in 1966. In 1964, Arbus began using a twin-lens reflex Mamiya camera with flash in addition to the Rolleiflex. Her methods included establishing a strong personal relationship with her subjects and re-photographing some of them over many years. During the 1960s, she taught photography at the Parsons School of Design and the Cooper Union in New York City, and the Rhode Island School of Design in Providence, Rhode Island. The first major exhibition of her photographs occurred at the Museum of Modern Art in an influential1967 show called “New Documents”, alongside the work of Garry Winogrand and Lee Friedlander, curated by John Szarkowski. Szarkowski presented what he described as “a new generation of documentary photographers”,described elsewhere as “photography that emphasized the pathos and conflicts of modern life presented without editorializing or sentimentalizing but with a critical, observant eye.” Some of her artistic work was done on assignment. Although she continued to photograph on assignment (e.g., in 1968 she shot documentary photographs of poor sharecroppers in rural South Carolina for Esquire magazine), in general her magazine assignments decreased as her fame as an artist increased.Szarkowski hired Arbus in 1970 to research an exhibition on photojournalism called “From the Picture Press”; it included many photographs by Weegee whose work Arbus admired. Using softer light than in her previous photography, she took a series of photographs in her later years of people with intellectual disability showing a range of emotions. At first, Arbus considered these photographs to be “lyric and tender and pretty”, but by June, 1971, she told Lisette Model that she hated them. Among other photographers and artists she befriended during her career, Arbus was close to photographer Richard Avedon; he was approximately the same age, his family had also run a Fifth Avenue department store, and many of his photographs were also characterized as detailed frontal poses. Another good friend was Marvin Israel, an artist, graphic designer, and art director whom Arbus met in 1959.

Death

Arbus experienced “depressive episodes” during her life similar to those experienced by her mother, and the episodes may have been made worse by symptoms of hepatitis. Arbus wrote in 1968, “I go up and down a lot”, and her ex-husband noted that she had “violent changes of mood”.On July 26, 1971, while living at Westbeth Artists Community in New York City, Arbus took her own life by ingesting barbiturates and slashing her wrists with a razor. Marvin Israel found her body in the bathtub two days later; she was 48 years old.

Notable photographs

Arbus’s most well-known individual photographs include:

Child with Toy Hand Grenade in Central Park, N.Y.C. 1962 — Colin Wood, with the left strap of his jumper awkwardly hanging off his shoulder, tensely holds his long, thin arms by his side. Clenching a toy grenade in his right hand and holding his left hand in a claw-like gesture, his facial expression is maniacal. A print of this photograph was sold in 2005 at auction for $408,000.

Teenage Couple on Hudson Street, N.Y.C., 1963 — Wearing long coats and “worldlywise expressions”, two adolescents appear older than their ages.

Triplets in Their Bedroom, N.J. 1963 — Three girls sit at the head of a bed.

A Young Brooklyn Family Going for a Sunday Outing, N.Y.C. 1966 — Richard and Marylin Dauria, who actually lived in the Bronx. Marylin holds their baby daughter, and Richard holds the hand of their young son, who is mentally-retarded.

A Young Man in Curlers at Home on West 20th Street, N.Y.C. 1966 — A close-up shows the man’s pock-marked face with plucked eyebrows, and his hand with long fingernails holds a cigarette. Early reactions to the photograph were strong; for example, someone spat on it in 1967 at the Museum of Modern Art. A print was sold for $198,400 at a 2004 auction.

Boy With a Straw Hat Waiting to March in a Pro-War Parade, N.Y.C. 1967 — With an American flag at his side, he wears a bow tie, a pin in the shape of a bow tie with an American flag motif, and two round button badges: “Bomb Hanoi” and “God Bless America / Support Our Boys in Viet Nam”. The image may cause the viewer to feel both different from the boy and sympathetic toward him. An art consulting firm purchased a print for $228,000 at a 2005 auction.

Identical Twins, Roselle, N.J. 1967 — Young twin sisters Cathleen and Colleen Wade stand side by side in dark dresses. The twin on the right slightly smiles and twin on the left slightly frowns This photograph is echoed in Stanley Kubrick’s film The Shining, which features twins in an identical pose as ghosts.A print was sold at auction for $478,400 in 2004.

A Family on Their Lawn One Sunday in Westchester, N.Y. 1968 — A woman and a man sunbathe while a boy bends over a small plastic wading pool behind them. A print was sold at auction in 2008 for $553,000.

A Naked Man Being a Woman, N.Y.C. 1968 — The subject has been described as in a “Venus-on-the-half-shell pose” (referring to The Birth of Venus by Sandro Botticelli) or as “a Madonna turned in contrapposto… with his penis hidden between his legs” (referring to a Madonna in contrapposto). The parted curtain behind the man adds to the theatrical quality of the photograph.

A Very Young Baby, N.Y.C. 1968 — A photograph for Harper’s Bazaar depicts Gloria Vanderbilt’s then-infant son, future CNN anchorman Anderson Cooper.

A Jewish Giant at Home with His Parents in The Bronx, N.Y. 1970 — Eddie Carmel, the “Jewish Giant”, stands in his family’s apartment with his much shorter mother and father. Arbus reportedly said to a friend about this picture: “You know how every mother has nightmares when she’s pregnant that her baby will be born a monster?… I think I got that in the mother’s face….” The photograph motivated Carmel’s cousin to narrate a 1999 audio documentary about him. A print was sold at auction for $421,000 in 2007.

In addition, Arbus’s Box of Ten Photographs was a portfolio of selected 1963–1970 photographs in a clear Plexiglas box/frame that was designed by Marvin Israel and was to have been issued in a limited edition of 50. However, Arbus completed only about 11 boxes and sold only four (two to Richard Avedon, one to Jasper Johns, and one to Bea Feitler). One copy printed by Neil Selkirk after Arbus’s death sold for $553,600 in 2005, an auction record for Arbus.

Here you can find a documentary film on Diane Arbus

Anna

5 pensieri su “Diane Arbus

  1. Per me rimane sempre una delle mie fotografe preferite. Devo molto a lei gli sputi dei miei lavori fotografici.
    Ho letto con grande piacere il tuo articolo.
    Grazie 🙂

  2. Sara!

    Ottima proposta, oltre il costume si avverte un sottile occhio indagatore che scova similitudini ei differenze perfino fra i gemelli..

    Bye

    FrancoB

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