Romano Cagnoni, Reporter da 40 anni. Intervista video e foto.

Romano Cagnoni è un fotografo riconosciuto e premiato a livello internazionale come uno dei più importanti del ventesimo secolo. Le sue fotografie sono state pubblicate sulle copertine e prime pagine di quasi tutti i più significativi giornali e riviste d’ Europa e degli Stati Uniti. È molto famoso per i suoi lavori di documentazione di guerre e conflitti globali. Durante la sua carriera ha prodotto immagini intellettualmente stimolanti che mostrano a noi stessi la condizione della nostra esistenza ma anche le nostre speranze di cambiarla.

Il suo primo incontro con la macchina fotografica avviene nei primi giorni del dopoguerra, lavorando come assistente presso un fotografo locale bisognoso di trasportare pesanti attrezzatura negli studi di scultura di Pietrasanta. Senza aver mai preso in mano un libro di fotografia, inizia così a fotografare tutto ciò che lo affascina, vendendo anche ritratti ai bagnati della costa toscana.

La sua carriera di fotogiornalista inizia quando si trasferisce a Londra nel 1958 dove conosce Simon Guttmann (colui che avviò al fotogiornalismo Robert Capa) ed inizia con lui a lavorare ad argomenti culturali per giornali di qualità. Dopo aver fotografato con successo la campagna elettorale di Harold Wilson, che lo porterà a divenire primo ministro per il partito laburista, Cagnoni insieme con James Cameron è il primo fotografo non comunista ammesso in Nord Vietnam durante gli anni tumultuosi della guerra. Life Magazine pubblicherà al suo ritorno la fotografia del presidente Ho Chi Minh in copertina.

Dopo questa esperienza Cagnoni inizia a pianificare e produrre reportage internazionali per proprio conto. Fotografa in Biafra durante la guerra civile in Nigeria, le cui fotografie vengono pubblicate in grande tiratura da diverse edizioni di Life Magazine facendogli ottenere in America il premio “Overseas Press Award”. Inoltre documenta insieme con lo scrittore Graham Greene, il Cile di Allende, il ritorno di Peron in Argentina, la guerra del Yom Kippur in Israele, la guerra in Cambogia, la guerra in Iugoslavia (con una macchina di grande formato ) e nel 1995 è a Grozny in Cecenia, dove mette in piedi uno studio nella zona di combattimento per fotografare i guerriglieri ribelli. E molte altre storie.

Dopo aver lavorato a Londra per più di trent’anni ritorna nella sua città natale di Pietrasanta dov’è circondato dal paesaggio della sua giovinezza che trova però molto cambiato e decide così di fotografarlo. La serie fotografica “Upside Down memories” che ne risulta è tecnicamente affascinante per le superfici che sembrano dipinte con strati successivi di colore e per i ritmi delle forme che sembrano essere realizzati con Photoshop. In realtà il solo aiuto avuto per fotografare queste memorie è stato il “fantasma della pittura”.

Più recentemente amplia il concetto stesso di come si guarda una fotografia. Sviluppa strutture fotografiche che chiama: Electroluminescent bas-reliefs. In questi bassorilievi elettroluminescenti la percezione della realtà è riconfigurata nel tentativo di riarticolare l’estetica tradizionale in maniera che rispecchi gli aspetti e le circostanze della vita contemporanea.

Cagnoni ha realizzato nella sua carriera più di 45 mostre personali, ha ricevuto molti premi e pubblicato 16 libri. Insieme a Henry Cartiera-Bresson, Bill Brandt, Don McCullin e Eugene Smith è stato, nel libro “Pictures on the Pages” del gia editore del Sunday Times Harold Evans, riconosciuto come uno dei più famosi fotografi del mondo.

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