È un mondo da incubo, viscido e claustrofobico.

Le immagini di The Last Resort, vengono mostrate per la prima volta nel 1986 dalla Serpentine Gallery di Londra. Per il pubblico e la critica fu uno shock. Il filo rosso che percorre tutti i  lavori di Martin Parr è una riflessione sul consumismo, come stile di vita e come ideologia allucinata della società contemporanea. Questo lavoro è per me davvero interessante

David Lee su Art Review:

«Mangiano e bevono avidamente junk food scartando confezioni e involucri con un trasporto in grado di mandare in crisi la coscienza liberal. La nostra storica working class, di solito ritratta con magnanimità dai fotografi documentaristi, diventa il bersaglio di un pubblico più sofisticato. Appaiono grassi, goffi, senza stile, noiosamente conformisti e incapaci di affermare alcun tipo di identità individuale. Indossano vestiti sgargianti a buon mercato e, in puro stile conservatore, sono rassegnati al loro misero destino. Solo i neonati e i bambini sopravvivono al ridicolo ed è la loro presenza in molte immagini a dare alla visione disperata di Parr un tocco di poesia».

Robert Morris, sul The British Journal of Photography, sentenziava invece: «, dove le persone sono immerse tra confezioni di patatine e nuotano in pozze nere e inquinate scrutando un fosco orizzonte di degrado urbano».

Ecco e poi per magia…

Nel 2008,  il The Guardian inseriva The Last Resort nella lista delle “Mille opere d’arte da vedere prima di morire”…ci son voluti 20 anni…

Sito dell’autore

Per acquistare il libro

Biografia di Martin Parr

Martin Parr (Epsom, 23 maggio 1952) è un fotoreporter britannico. Da sempre i suoi progetti fotografici criticano la società moderna, il consumismo, il cibo e il turismo.

Nonostante gli inizi come fotografo in bianco e nero, inizia nel 1984 a lavorare a colori, suo punto di forza. Infatti, l’uso di foto dai colori molto saturi che enfatizzano il lato buffo e umoristico nei suoi lavori, sono ormai un marchio di fabbrica. Nel 1994 diventa fotografo dell’agenzia Magnum Photos. Nella sua carriera vi è anche una parentesi musicale: la direzione del videoclip musicale London dei Pet Shop Boys nel 2003.

2 pensieri su “È un mondo da incubo, viscido e claustrofobico.

  1. La banalità del quotidiano (vacanziero) che rasenta l’orrore. Mi ricorda un pessimo villaggio vacanze in cui ho passato una settimana, diversi anni fa.

Dicci cosa ne pensi...