Che attrezzatura ci serve per raccontare buone storie

Premesso che il mezzo conta poco, non dico niente, mentirei, ma poco.

Grandi fotografi usano “macchinette” che la maggiorparte di noi, non userebbe nemmeno durante una gita al lago. Ma snellire l’attrezzatura è un processo a cui si tende, prima o poi, perchè aspettare?

Quindi il primo consigli è: ollate a casa tutte le cazzate in più, fusciacche, fischietti, manopole, tripli flash, diffosori dalle forme strane, ecc.ecc.

Vi faccio un elenco breve breve, così la smettete di chiedermi alle presentazioni e ai workshop: ma con che macchina scatti? che ottiche usi?

Quindi in sostanza quale attrezzatura serve per poter raccontare una storia accattivante?

Bene qui la foto della mia attrezzatura:

munari03Ecco, magari io esagero, ma tant’è.

Insomma, questo per dirvi che dietro la macchina ci siete voi e se voi non vedete, con cavolo che la macchina vedrà per voi.

Basta un’ottica scelta bene e avere voglia di impegnarsi a parlare attraverso le vostre foto. Basta.

Queste le ottiche predilette da fotografi che prediligono attrezzatura basilare, più autorevoli di me:

Spero vi avervi convinti a lasciare a casa tutte le cazzate inutili. Ciao sara

30 pensieri su “Che attrezzatura ci serve per raccontare buone storie

  1. Interessante Sara, ma sarebbe utile sapere su quali corpi usano le ottiche indicate questi fotografi, perché come tutti sappiamo le cose cambiano, e di molto, se le montiamo su una FF, una APSC o una micro 4/3 !

    • Son capitato qui per caso…
      Brava Sara, hai riassunto il tutto in una foto. Eppoi, dito-occhio-cervello non sono mica una banalità!
      Sul mentire concordo, se non hai l’attrezzatura che serve la foto che serve non la fai.
      Personalmente, per diporto, amo mettere su una ‘belinata’ a caso sulla mirrorless ed andare solo con quella per tutto il giorno! 😀

  2. Credo che a queste conclusioni si arrivi comunque, gli anni ordinano di “semplificare” tutto e l’attrezzatura fotografica non è certo esclusa da questa realtà.
    Quindi, prima di scoprirsi anziani, perchè non possiamo più sollevare un’inutile zaino da 25 kg., diamo retta ai consigli di Simona!!!
    Il cervello poi, libero da inutili pesi, lavorerà certamente meglio, partecipando attivamente al processo creativo in atto.
    Provare per credere!

  3. Dopo 15 anni di canon ho usato 4 giorni la x-e2 con il 18 fisso (equivalente al 28) : totale 455 grammi. tornato a casa in meno di 3 ore avevo già venduto tutto il corredo 5d mark II con gli obiettivi.

    Sono però convinto che macchine di questo tipo si apprezzino alla fine di un percorso ben preciso

  4. Ciao Sara,
    chi ti scrive non è certo un fine dicitore: le parolacce fanno parte del mio linguaggio abituale, trovo che talvolta accomunino le persone e creino alleanza, oltre che essere impagabile valvola di sfogo per le situazioni di tensione.
    Tuttavia.
    Credo occorra usarle nel contesto corretto. Il rischio, e penso soprattutto ad un contesto professionale, è che sminuiscano il valore di quello che si sta dicendo.
    Quindi, e, credimi, è solo un suggerimento spassionato e assolutamente non richiesto, quindi passibile anche di un sonoro vaffanculo da parte tua, che ne dici di limitare i cazzi/vaffanculi/merde nei tuoi bei articoli e post?
    Con affetto e rispetto,
    Marco

    • Ahahahhaa…vabbè ci proverò…ma io sono così e la professionalità non è certo legata al blog, che è un diario, se vuoi personale, di appunti vari! Ciao

    • Ah ah! Ho seguito un corso con Sara e mi sono beccato insulti e cazziatoni a gogo (ma c’è a chi è andata peggio!)
      Mi sa che le parolacce fanno parte del personaggio, e poi aiutano a esprimere meglio i concetti.
      In ogni caso il corso è stato il più bello che abbia mai seguito e sarei pronto a ribeccarmi tutti gli insulti e cazziatoni per imparare altro!
      E poi insomma, se ti casca l’obiettivo e ti si rompe la lente, mica dici “pene!” 😉

  5. dopo troppo tempo perso dietro alla sindrome d’acquisto compulsivo. la soluzione che ho trovato più efficiente per me è un’ottica 35 su un corpo analogico e un 50 su un corpo digitale. da usare in alternativa l’uno con l’altro. chiusa qui.

  6. Ben DETTO e ben FATTO Sara!!
    Bisogna sapere cosa si vuol fotografare e quali siano i propri gusti fotografici. Solo su quella base si portaa casa una buon lavoro. Hai fatto benissimo a rimarcare il fatto più importante, la macchina è un mero mezzo!

  7. Dopo anni di spese inutili in mille e mille ottiche e corpi, ora uso una macchina e al massimo due ottiche 35 e 50, ma prevalentemente il 35.
    Usare una sola ottica aiuta a imparare a vedere come vede lei, quindi trovare la fotografia già mentre ci si guarda in giro.

  8. Secondo me non funziona così! Uno deve trovare la propria attrezzatura ! Poco o tanta che sia ! Sicuramente se è tanta ancora non ha capito bene cosa fare! Comunque secondo me l’importante non è con che cosa scatti! Ma perché scatti! Quali sono le cose che ti piace raccontare! Non puoi scattare con la x e2 con il 18 fisso se ti piace fotografare sport agonistico! ( o comunque lo puoi fare ma dovresti avere una bella identità sulle tue foto) ! Concordo con il cervello ma io ci metterei anche un po’ di cuore ! Notte

  9. Cara Sara,
    credo, modestamente, che il tuo pensiero sull’attrezzatura manchi di un passaggio fondamentale. Io direi: “lasciate a casa (o non acquistate) tutto ciò che è inutile PER VOI”.
    Il “PER VOI” è assolutamente qualificante.
    Quello che conta sono i risultati (sono certo che concorderai) perciò ottenerli con una compattina o con un corredo di 2 reflex professionali e 8 obiettivi è assolutamente insignificante. Ci sono fior di fotografi che fanno il paesaggio col banco ottico, altri che trovano sufficiente il foro stenopeico! E i primi non sono più stupidi dei secondi (ho estremizzato naturalmente). Si tratta di comprendere (e non è sempre facile) cosa è indispensabile per il nostro “sentire” fotografico. Non credo che Sugimoto o Mimmo Jodice o Guido Guidi (tre a caso) otterrebbero gli stessi risultati con una compattina.
    Un saluto.
    Franco

  10. Scusa Sara, non voglio sembrarti pedante ne, tantomeno, polemico ma per reportage paesaggio o quant’altro credo cambi poco. Se per raccontare le mie storie ritengo indispensabili 8 obiettivi ultra luminosi, costosi e pesanti non mi sentirò più stupido di chi esce con la compattina del Mediaworld. Nemmeno più furbo eh! Semplicemente utilizzerò i mezzi che riterrò più adatti ad esprimere il MIO sentire fotografico. Come sempre, conteranno solo i risultati e discutere sull’attrezzatura utilizzata per raggiungerli avrà il valore di mera curiosità.
    Ti saluto.
    Franco

      • Una premessa, per “coerenza” narrativa…bisognerebbe usare una sola ottica…quindi:
        Se sono a teatro (foto di scena) userò il 70/200 f2.8, foto sportiva (Skate, In line) il 17/35 f2.8, per lavori, ricerche personali… il 50 f1.4.

      • Ciao Zack, tu stai parlando di una tipologia ia fotografica precisa, il titolo e’ “per raccontare una storia” …la premessa è questa. Poi ci sono generi e situazioni dove occorre tutto, ma per raccontare una storia, basta un’ottica! Ciao Sara

  11. Per raccontare una storia è indispensabile un’idea, un progetto.
    Lo strumento è assolutamente (quasi) secondario.

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