Fotografare con piacere o fotografare per piacere?

Non voglio prendere tempo, voglio scattare qui e ora.

Non voglio una luce migliore, una nuova ottica, un vacanza a Roma, non voglio aspettare.

L’unico modo per imparare a scattare fotografie che lascino qualcosa a qualcuno è sfidare me stessa fino a che avrò modo di tenere la macchina in mano.

Di treni , di sassi e di vento - Tirana- (1) - Copia

Voglio continuare ad imparare. Se potete e non siete fotografi professionisti (quindi non avete committenza di nessun tipo) divertitevi, non tentate di impressionare con le vostre fotografie. Producete immagini e divertitevi.

Se siete davvero amanti della fotografia, se siete professionali nella vostra produzione, prendetevi cura delle vostre esigenze creative, non perdete la passione.

Non prendete scuse dicendo che non avete tempo, scattate nella pausa pranzo, sul treno, anche sul gabinetto, ma non perdete la passione. 20 minuti al giorno vi faranno ottenere risultati eccellenti se scattate con coerenza e perseveranza.

Ho visto tanti fotografi perdere la passione e accartocciarsi sugli stessi soggetti, sugli stessi ritocchi per anni.

È difficile rimettersi in discussione, uscire dai confini conosciuti, sfidare se stessi. Per questo dico di non perdere la passione e nemmeno la pazienza.

La cosa fantastica è che tutto questo è indipendente dalle nostre capacità fotografiche.

Ci basta la curiosità, quella ci vuole, senza quella lasciate stare. Non serve a nulla accanirsi su una cosa di cui non ci frega un cacchio!

I soggetti vanno bene tutti, tutti quanti.

L’unica cosa che so per certa è voglio consigliarvi, dato che lo sto imparando sulla mia pelle, NON fate fotografie per compiacere agli altri. Non fatelo, correte il rischio che questo atteggiamento si trasformi in una gara con “i simili” e alla fine ci si rompe le palle.

Da ora in poi proverò a lavorare solo per me. Per il piacere di raccontare storie, se potrò e se avrà senso per me.

Questa Confessione mi costerà cara, lo so.

Vorrei raccontare di soggetti comuni e trasformarli in straordinari per farveli godere…non so, una cosa così più o meno. Certo ci saranno delle giornate perfette e delle giornate di vera merda, ma da oggi prometto più impegno per essere fedele a me stessa più che al pubblico.

Se farò schifo ditemelo! Mi serve crescere.

Buona giornata a chi è arrivato fin qui, a chi no, un dito in un occhio! Sara

46 pensieri su “Fotografare con piacere o fotografare per piacere?

  1. Ciao Sara,
    condivido con te questo pensiero , un musicista suona molte ore al giorno per divertirsi , tener viva la sua passione e in questo suo fare risiede quello che poi diverrà con il tempo il percorso della sua arte ….certo se si accontenterà di far cover avrà soldi in tasca ma poco stimolo…..se sarà un bravo artigiano curioso con gli anni avrà il suo stile al di la’ delle mode…. Con piccole fotografie si può rivoluzionare il mondo! Un abbraccio….io fotografo per piacere da sempre cercando di capirmi e capire il mondo.

  2. Anche io mi sto ponendo come obiettivo raccontare la storia di persone comuni, anzi, vorrei fotografare quei soggetti difficili, che non si sognano nemmeno di farsi un selfie, quelli che quando prendi la macchina scappano via. Come ti ho detto una volta, io credo però che nella foto debba esserci anche tanto di me, per mettere a nudo qualcuno devo (anche) mettere a nudo me stessa…ed è qui che sono bloccata. Grazie per tutti gli spunti che quotidianamente mi offri.

    • Ciao Laura, quando ci lavori con la fotografia, in qualche caso il “metterci se’ stessi” passa in secondo piano per la necessità della committenza, purtroppo! Grazie a te! Ciao

  3. E come non essere d’accordo Sara? Riporto per intero uno dei capitolo del mio “Manualetto di Fotografia” dal titolo: FOTOGRAFARE E’ SEMPRE :

    Questo è un po’ il mio motto, la mia linea guida.
    La macchina fotografica è diventata per me qualcosa che fa parte della mia “dotazione” quando esco di casa, come il mazzo di chiavi, il portafoglio, il cellulare, l’orologio. Il sabato e la domenica ho con me una reflex, durante la settimana lavorativa invece una compatta di alta fascia, la Canon G12 che è anche da molti professionisti considerata l’alternativa ideale alla reflex, perché piccola, leggera, poco ingombrante, di grande qualità e che consente di ottenere immagini che spesso poco hanno da invidiare a quelle scattate con una reflex, e ha il vantaggio di stare nella tasca di una giacca o dei jeans.
    Mettersi la fotocamera in tasca o a tracolla è il primo passo per chi vuole sposare la filosofia del “Fotografia è Sempre”, ovviamente.
    Diceva Andy Warhol: “Io porto la mia macchina fotografica dovunque vada. Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina”. (da http://massimovespignani.jimdo.com/aforismi-e-citazioni…/
    Uscendo di casa suggerisco di fare una cosa che di solito non è il massimo per ottenere delle immagini di qualità elevata: accendiamo la fotocamera e impostiamola su “auto”. Questo ci garantisce comunque la possibilità di uno scatto più che dignitoso qualora ci si presentasse davanti agli occhi un soggetto o una scena che è necessario cogliere al volo, una situazione insomma che non ci darebbe il tempo d’impostare più correttamente il nostro apparecchio fotografico. E’ questa un’importante precauzione, un comportamento di sicurezza.
    Quando invece avremo individuato un soggetto non così “improvviso e fugace”, avremo tutto il tempo per impostare la nostra fotocamera in maniera più precisa, scegliendo il giusto bilanciamento del bianco, le giuste priorità (dei tempi o dei diaframmi), l’eventuale compensazione dell’esposizione e così via.
    E a questo punto cominciamo a guardarci intorno, impariamo a “vedere” (e non limitiamoci a “guardare”), a vedere con occhio fotografico, cercando di isolare mentalmente una parte di quello che vediamo valutandone la compatibilità con una buona inquadratura e se qualcosa ci piace, scattiamo uno, due, dieci scatti, (mai limitarsi, ci si pente sempre di avere fatto uno scatto in meno e mai dieci in più), tanto poi a casa butteremo nel cestino del nostro PC tutto quello che non serve, salvando soltanto le immagini che giudichiamo eccellenti dal punto di vista tecnico, dell’originalità, del messaggio; Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare. –Nadar (http://massimovespignani.jimdo.com/aforismi-e-citazioni…/)

    Oggi sono andato a prendere un caffè nel bar sotto casa, verso le otto del mattino, ho fatto circa quaranta scatti, di sera li ho scaricati sul PC e ne ho salvato uno, che mi soddisfa e che andrà a far parte del file delle mie foto che giudico soddisfacenti; la media è questa.
    Quindi occhi aperti, impariamo a vedere, a “previsualizzare” quello che accadrà o sta per accadere, poco importa se abbiamo in mano una costosissima reflex, una bridge o una compatta, perché come diceva Henri Cartier-Bresson: “E’ un’illusione che le foto si facciano con la macchina… si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa”. (da http://massimovespignani.jimdo.com/aforismi-e-citazioni…/)
    Proviamo a fotografare di tutto, e per ogni soggetto sforziamoci di dare una rappresentazione che ne esalti forme, colore, dimensioni, bellezza, caratteristiche salienti, e per fare questo impariamo a fare scatti alternativi, variando il punto di ripresa, l’inquadratura, la nostra posizione rispetto alla fonte luminosa.
    Rifotografiamo, quando è possibile, lo stesso soggetto in diverse ore del giorno, per confrontare i risultati differenti dovuti al variare dell’illuminazione, verifichiamo come cambia il risultato con la luce fredda del mattino presto, rispetto a quella caldissima del tramonto.
    Fotografiamo lo stesso soggetto con focali diverse per sperimentare direttamente la magnifica naturalezza di una focale di 50 mm, l’interessante schiacciamento prospettico e lo sfumato creativo che ci può dare un teleobiettivo, le stimolanti deformazioni di un soggetto ripreso con un grandangolare. Proviamo a fare in modo che le nostre fotografie siano non soltanto una rappresentazione della realtà, ma una nostra interpretazione di quello che ci circonda, che accade attorno a noi. Dobbiamo farci guidare, diceva Helmut Newton da “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia”. (da http://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=80c3)
    Sforziamoci di sperimentare tutti i generi fotografici: panorami, street photography, reportage, still life, ritratto…, per capire quale ci appassiona di più, dove otteniamo i risultati migliori e quale ci dà più soddisfazione.
    Non lasciamoci travolgere dalla voglia di possedere l’ultimo modello di fotocamera, quella che abbiamo spesso va benissimo perché “Attrezzatura e tecnica sono solo l’inizio. È il fotografo che conta più di tutto – John Hedgecoe” (da http://massimovespignani.jimdo.com/aforismi-e-citazioni…/).
    E soprattutto non esitiamo ad avvicinarci al soggetto della nostra foto, perché come diceva Robert Capa, “Se la foto non è abbastanza bella, allora non siete abbastanza vicini”
    (L’unica differenza da quando ho scritto il libro è che oggi invece della Canon G12 ho sempre con me una Olympus OMD micro 4/3….una vera delizia).

  4. Davvero belle parole ! Brava condivido! @curva di viraggio mi ha consigliato bene ( come sempre )! Ti volevo lasciare una frase di Scianna che a me e @curva di viraggio piace tanto! “” Fotografare è una maniera di vivere. Ma importante è la vita, non la fotografia. Importante è raccontare. Se si parte dalla fotografia non si arriva in nessun altro posto che alla fotografia”
    Ciaoo

  5. Condivido pienamente quanto detto si fotografa per esprimere se stessi non per far piacere agli altri.
    Se le tue opere piacciono a tutti è Pessimo segno. Le tue opere devono anche non piacere. La critica è fondamentale per migliorarsi.

  6. Bel post, un po’ di aria fresca tra la miriade di recensioni, tutorial e diatribe tecniche sulle differenze fra un’ottica e la sua consorella, che si concludono sempre a vantaggio della più costosa. La fotografia mi serve a guardare il mondo che ho attorno con più attenzione, provando a cogliere qualche dettaglio (se ci riesco). La fotografia mi rilassa: mentre scatto penso all’inquadratura e mi dimentico del resto. Poi la qualità sarà quella che sarà, e magari migliorerà pure, un po’ alla volta.

  7. Che atto liberatorio! Che senso di libertà!
    Purtroppo però per un professionista, tutto ciò non deve essere facile. Il mercato richiede che fotografi cose che interessano al pubblico, altrimenti stasera non si mangia… sigh!
    Però per oggi va bene così. Si, va bene così.

    PS- come non vuoi una luce migliore???

  8. la libertà di essere “non professionisti” ti regala la possibilità di vivere la fotografia come meglio ci piace, purtroppo i social rischiano di guidarci su binari banali e insipidi dove una tecnica spicciola prende il sopravvento alla vera fotografia …. si deve fotografare liberamente e stampare liberamente (non postare) …. quando una foto soddisfa chi l’ha scattata allora, e solo allora, si è raggiunto l’obbiettivo.
    Fuggite dalla ricerca del Like, cercate la pelle d’oca…. le emozioni…..
    coraggio fotografiamo…e amiamo lo SLOWCLICK 🙂

  9. Va bene quello che scrivi e francamente nulla di nuovo se non fosse che è necessario ribadire, ho letto altri tuoi scritti ed è nata una certa stima rispetto ai tantissimi che scrivono sulla fotografia elargendo consigli tecnici o rimandando alle famose regole da rispettere, come se le regole fossero assolute,
    c’è un appunto che però che voglio farti, si riferisce alla tu frase d’apertura “Non voglio prendere tempo, voglio scattare qui e ora.”, la frase potrebbe essere equivocata e scambiata per ” voglio scattare ora senza aspettare e senza pensare” quest’ultimo modo di operare farebbe ottenere buone immagini, non farebbe raccontare di soggetti comuni trasformandoli in straordinari, non farebbe crescere.
    Lo so che non è questo il senso del tuo messaggio però…..

    • Santo, ciao, intendevo appunto l’opposto…ma vedo che ci eravamo intesi. Quella è la logica della corsa al progetto spendibile! Ma in effetti niente di nuovo, se non quello che è nuovo per me, la necessità di rallentare. Grazie, ciao!

  10. Ho sempre cercato le mie di foto, non disdegnando però di studiare quelle degli autori blasonati, cerco sempre il mio stile quando fotografo visto che lo faccio solo per passione e non ho nessun problema di committenza. Giro sempre con la mia borsetta nel weekend, e sempre più spesso dentro ci sta una vecchia Nikon Fe e qualche rullo di Hp5, guardo meglio attraverso di lei, e poi quando torno a casa non ho gli spasmi della selezione di cinquanta file. Nei giorni della settimana che non riesco a fotografare con la macchina riempio di appunti e di spunti una moleskine, ogni tanto la rileggo e realizzò qualcuna delle idee raccolte. Fare fotografie mi rilassa, mi fa stare bene!

  11. “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così
    importante ”
    – il piccolo principe –
    Ciao Sara ,
    Buona Giornata

  12. Ciao Sara! Grazie al cielo c’è ancora qualcuno che vede la fotografia come una ricerca personale e non come una serie di tecniche da copiare. Ho scoperto solo stasera il tuo blog e non vedo l ora di spulciarlo bene. Da laureato in Chimica con zero formazione in campo artistico scattavo foto che mi facevano proprio schifo. Vedevo quelle degli altri tanto belle e le mie tanto brutte e mi chiedevo: ma come? Eppure anche io ho una reflex!! Poi ho deciso di cambiare approccio, ho abbandonato i forum e cominciato a studiare storia dell arte e le tecniche dei pittori. Le varie forme di prospettiva, come fare risaltare il soggetto dallo sfondo, il chiaroscuro ecc. neanche a dirlo le mie foto sono migliorate e ora mi diverto molto di più. Scatto ogni giorno con un cellulare e ogni tanto con la reflex. No vedo l’ora di leggere i tuoi articoli. Ciaoooo

  13. Hai ragione vista soprattutto dal punto di vista di chi ci lavora con la fotografia. Dopo un po’ tutto quello che è così bello potrebbe rinchiudersi in se’ stesso e diventare “vecchio” perché ripetuto all’infinito. Io ho recentemente deciso di intraprendere questa attività da poco, alla nascita della seconda figlia e dopo varie vicissitudini lavorative. Prima la fotografia era una passione che si è comunque evoluta nel tempo: dallo scatto casuale di ciò che mi piace, alla progettazione di storie, mie personali soprattutto raccontato in modo visionario. Sentivo allora quanto fosse, passami la parola, “inutile” scattare così a caso perché non riuscivo a farlo comprendere in un progetto più ampio. Mancava sempre qualcosa o non c’erano connessioni. Invece creare progetti o storie, sebbene più difficile, era divertente e stimolante. In seguito (in concomitanza con la partecipazione al master di fotografia di Modena che mi ha più represso che stimolato) ho accantonato (temporaneamente) i miei progetti privati e personali ed ho iniziato a scattare per lavoro. E mi è piaciuto perchè ho iniziato a lavorare con i bambini e ho pensato che potrebbe essere un modo per fare ciò che mi piace e guadagnarmi da vivere..chissà. Però mi confronto in continuazione con altri fotografi che fanno molto meglio di me, cerco di evolvermi e di portare questo genere di fotografia ad un livello più alto pur sentendomi spesso inadeguata. Per me il confronto con chi reputo più bravo, è necessario.
    Ma anche se i clienti sono soddisfatti, capisco che dovrò continuare ad evolvermi, a guardare avanti, a visitare mostre di arte e fotografia contemporanea, a studiare…per non finire come tanti bravi fotografi che ora sono rinchiusi nei loro passati allori e si ritrovano arrabbiati e delusi da queste generazioni di fotografi contemporanei!

    • Ciao, che bell’intervento Elena, grazie mille per aver condiviso i tuoi dubbi e comunque anche certezze. Vai avanti e tieni duro! Credo che i presupposti per riuscire ci siano, a partire dall’umiltà che dimostri, ciao Sara

  14. Penso che scattare per se stessi sia la base del lavoro del fotografo. Io ne ho preso coscenza quasi subito, ho sempre faticato molto di più ad accontentare me stesso piuttosto che i clienti. Per me la chiave è diventata pubblicare solo quello che mi piace fare. E fotografare solo quel che piace a me. Che non è così facile come sembra, almeno nel wedding, visti quanti sono i condizionamenti che si possono rcevere da altri fotografi, contest, foto con mille like o blog di settore. Tutte le volte che scatto, ho cominciato a chiedermi se fosse qualcosa che piaceva a me o se ci fosse dietro un mero bisogno di emulazione, di rifare qualcosa che avevo visto. E’ un lavoro complicato e divertente allo stesso tempo, e si rimane attoniti nello scoprire durante il percorso chi siamo noi davvero, quali sono i nostri gusti. Togliere tante sovrastrutture, abbellimenti, ornamenti o fiorellini messi sulle fotografie solo perchè “lo fanno tutti”.
    Mi piace fotografare, quando posso raccontare me attraverso la storia degli altri.
    Fra

  15. Ciao Sara.
    Mi piace sapere che ciò che ho sempre fatto, solamente fatto, è stata la cosa giusta.
    Spero un giorno di incontrarti e parlarti della mia fotografia.

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